La crisi economica provocata dal coronavirus ha creato molti problemi al mercato del lavoro. Le ultime stime del governo parlano chiaro: in Italia oggi l’economia è in risalita, gli imprenditori sono pronti ad assumere nuovi lavoratori a tutti i livelli. Sembra che questo sia un ottimo periodo per sistemare i propri documenti, fare qualche colloquio e cercare lavoro. Ma c’è un problema serio.
Uno studio Censis-Confcooperative dimostra come al momento mancano tantissimi profili professionali che possano rispondere alle richieste delle aziende. Sono circa 233mila profili. Un numero che costa all’Italia circa 21 miliardi, cioè l’1,2% del PIL.
Questo accade quando non c’è incontro tra la domanda di lavoro e l’offerta, soprattutto quando la discrepanza è così elevata. Ecco perché questo è il momento migliore per mandare curriculum alle aziende e trovare un lavoro. Le aziende sono più propense ad assumere se ci sono i giusti profili sul mercato.
Una perdita da 21 miliardi
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L’analisi di Censis-Confcooperative illustra come ci sia un grosso divario tra la ripresa dell’economia e l’effettiva richiesta di lavoratori. Una vera e propria zavorra che all’Italia costa tantissimo: l’OCSE ha spiegato che, se questo gap non fosse stato così marcato, il Pil italiano sarebbe cresciuto fino al 7,1%.
Mancano soprattutto i profili tecnici e scientifici legati alle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica): Anpal-Unioncamere stima che vadano a vuoto circa due assunzioni su tre. Un numero altissimo, che ha una ragione ben precisa: le competenze acquisite nella scuola non sono in linea con ciò che richiedono le imprese.
In più, i candidati che si presentano alle selezioni sono pochi.
Questo è il momento migliore per mandare curriculum alle aziende e trovare un lavoro
Gli esperti di educazione e mercato del lavoro hanno già spiegato da tempo come in Italia c’è bisogno di far ripartire l’istruzione tecnica. Gli istituti, spiegano, devono poi collaborare con gli strumenti di collocamento, che vanno migliorati e aperti ancor di più al mondo dell’impresa.
Confcooperative aggiunge che bisogna passare a politiche realmente attive per l’occupazione, usando una visione di prospettiva e non di prossimità. Le opportunità in gioco sono tante, ma anche i rischi: in Italia al momento i disoccupati sono circa 2,3 milioni, un terzo dei quali è un giovane sotto i 35 anni, mentre i NEET (Not in Education, Employment or Training) sono circa 3 milioni. La metà di essi sono donne.
I fondi del PNRR saranno fondamentali per far crescere le assunzioni. Manpower Group prevede risvolti positivi nel quarto trimestre 2021, con un 43% di aziende che si dicono pronte ad assumere. In particolare, la ricerca è orientata sul settore terziario, quello finanziario e dei servizi alle imprese e quello delle attività manifatturiere. Questi saranno i lavori più richiesti, che, però, rischiano di restare solo opportunità non sfruttate.