Condurre una buona vita potrebbe voler dire qualcosa di diverso per ognuno di noi. A comporla sono le nostre abitudini, azioni ripetute che influenzano e comunicano al mondo il nostro carattere, aspirazioni e potenzialità.
La società solitamente ha un’idea piuttosto chiara di quali di questi atteggiamenti possono essere considerate qualità o difetti. In definitiva, però, ognuno decide per sé, anche quando alcune abitudini possono compromettere la salute. È questo il caso di “vizi” come bere alcol e fumare. A prescindere da quale possa essere il nostro personale giudizio al riguardo, pare che questi siano sintomo di una persona più intelligente, come anche dormire molto durante il giorno.
Lo studio e i suoi risultati
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Nel campo della ricerca è in continua evoluzione, perché ogni argomento ha bisogno di diversi studi per dare un maggior grado di probabilità ai risultati. I primi studi possono comunque indicare una direzione. Tra questi c’è lo studio del dottor John D. Mayer, che aveva l’obbiettivo di trovare correlazioni tra quoziente intellettivo e stile di vita.
Mayer ha analizzato le abitudini di 1.500 persone, cercando (tra le altre cose) di individuare i comportamenti più comuni fra gli individui con un quoziente intellettivo più alto.
Questo difetto sarebbe in realtà caratteristico delle persone più intelligenti
Lo psicologo Mayer ha pubblicato questo studio su Review of General Psychology. I suoi risultati avrebbero messo in evidenza una possibile correlazione tra il largo consumo di alcol e un alto quoziente intellettivo. Si è osservato, infatti, che i soggetti studiati che riportavano di avere questa abitudine avessero un’attività celebrale più dinamica. Non solo, ma a questo si assocerebbe anche il consumo di tabacco e sostanze stupefacenti.
Forse le persone più intelligenti sarebbero più interessate a queste abitudini perché percepiscono troppo e ragionano continuamente. Questo potrebbe creare uno stato d’ansia o portarli al nichilismo. Forse queste sostanze sono viste come una via di fuga da tutto questo, anche se a spese della salute e della qualità di vita.
Aggiungiamo anche che non tutti gli esperti del settore concordano nell’utilizzo del Q.I. come metro di giudizio dell’intelligenza di un individuo. Alcuni sostengono che questo banalizzi le capacità di ciascuno, favorendo un tipo di intelligenza a sfavore delle altre.
Secondo questa ricerca, quindi, questo difetto sarebbe in realtà sintomo di intelligenza. In ogni caso, questo non dovrebbe essere visto come un invito a consumare più alcol o a sentirci giustificati nel farlo. Tutt’al più, potrebbe essere uno spunto di riflessione sulle nostre abitudini e quelle di chi ci è più vicino.
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