Conoscere le condizioni fisiche che potrebbero compromettere il nostro stato di salute, è un’arma indispensabile per un’adeguata prevenzione. Solo attraverso un responsabile controllo medico saremo in grado di prevenire patologie future che, se non anticipate, possono sopraggiungere in modo grave. Ad esempio, da semplici analisi del sangue non invasive, sembrerebbe possibile intercettare una spia che potrebbe rivelare l’Alzheimer già con 20 anni di anticipo.
Sempre attraverso esami del sangue è, inoltre, doveroso, monitorare i valori glicemici per valutarne lo stato. Come riportato sulle pagine di Humanitas, nei soggetti dove i livelli di glicemia superano i 126mg/dl in almeno due giorni differenti, è diagnosticabile la condizione di diabete. Le conseguenze di questo stato di salute sono ben note, ma quando è possibile ritenersi veramente al sicuro?
Questo campanello d’allarme potrebbe annunciare il diabete e aumentare il rischio di ictus e infarto
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Qualcuno dà per scontato che fino alla diagnosi di diabete ed alla comparsa dei primi sintomi non ci sia nulla di cui effettivamente preoccuparsi. Tuttavia, dall’American College of Cardiology l’annuncio è che molti non conoscano quali siano i rischi dello stato del prediabete sul sistema cardiovascolare. Il prediabete è attestabile in livelli glicemici di 100 mg/dl e questo campanello d’allarme potrebbe annunciare il diabete e aumentare il rischio di infarto e ictus. I dati sulla diffusione del prediabete sono preoccupanti considerate le conseguenze che questo porta con sé. Infatti, sempre dall’Università americana, viene lanciato l’allarme per cui, soggetti con prediabete, siano tra quelli più a rischio vascolare.
12.000 pazienti coinvolti nello studio
Per confermare la tesi, è stato condotto uno studio su oltre 12.000 pazienti di ogni età e provenienza, tutti con prediabete. Dopo 14 anni, è emerso che soggetti con prediabete ed in sovrappeso sono maggiormente a rischio d’infarto e ictus rispetto a quelli obesi. Il prediabete agisce sul cuore mediante il glucosio, che potrebbe infiammare i vasi sanguigni fino ad occluderli. Risultano più esposti, inoltre, gli uomini, chi in famiglia ha avuto problemi cardiovascolari e le persone di colore. Lo studio vuole dimostrare come una condizione fisica ignorata, prima ancora che trascurata, possa avere conseguenze devastanti. Il prediabete, aggiungono dall’Università di Pisa, diventa diabete fino al 35% dei casi nei 10 anni successivi alla diagnosi. Da qui, l’invito ad uno stile di vita sano che preveda un’alimentazione equilibrata, assenza di fumo, giusta alimentazione e un responsabile controllo medico.
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