I risparmi sono insieme un’ancora di salvezza per le emergenze future ma anche un trampolino di lancio per i primi fruttuosi investimenti. Quando le disponibilità finanziarie eccedono le esigenze più o meno prevedibili, ecco sorgere il desiderio di guadagnare. Ora, la discriminante tra risparmio e investimento è la presenza o meno della componente rischio. Al crescere di quest’ultima salgono le potenzialità per guadagnare, ma anche di perdere.
Dosare il rischio diventa quindi l’arma in più per guadagnare senza necessariamente esporsi a rischi di perdita del capitale iniziale. I buoni fruttiferi postali (BFP) rispondono proprio a questa semplice esigenza. I soldi ivi confluiti sono garantiti dallo Stato Italiano e, salvo prescrizione, il capitale di partenza è sempre disponibile. In più l’emittente riconosce un interesse attivo che, a seconda dei casi, può essere costante, fisso e crescente o con eventuale extra guadagno finale.
Soffermiamoci ora sui titoli con elevata capacità di guadagno complessivo. In particolare, questo buono fruttifero postale rende più del 50% netto a scadenza e non è un pesce d’aprile! Vediamo di quale si tratta.
Le caratteristiche salienti dei buoni fruttiferi
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Alcune delle principali caratteristiche dei BFP le abbiamo già anticipate. Oltre alla certezza del capitale dobbiamo poi dire che sono esenti di costi, tranne quelli di natura fiscale. Ossia la ritenuta fiscale agevolata al 12,50% sugli interessi attivi e l’imposta di bollo nei modi e casi previsti dalla Legge. Di contro sono esenti dall’imposta di successione, al pari di quanto avviene con i titoli di Stato.
Poi si possono sottoscrivere sia online (se abilitati ai servizi dispositivi in remoto) che presso lo sportello fisico, muniti dei propri documenti personali. Quanto al taglio minimo, i BFP si possono sottoscrivere anche per importi di modesta entità, solitamente da 50 euro e relativi multipli.
Gli interessi, infine, maturano sin dalla sottoscrizione e arrivano insieme al rimborso del buono, finale o intermedio che sia. Tuttavia, spesso il prodotto di turno prevede il riconoscimento dei guadagni solo al rispetto di determinate finestre temporali.
Questo buono fruttifero postale rende più del 50% netto a scadenza e non è un pesce d’aprile
In generale, per ottenere il massimo occorre dare il giusto tempo all’investimento. È il caso, per esempio, anche del buono 4X4 per chi vuole investire fino a 16 anni.
Il titolo prevede 4 distinte finestre temporali ognuna con un proprio tasso nominale annuo lordo. Nello specifico, dal 1° al 4° anno di possesso del titolo esso è pari all’1,50%, mentre sale al 2,50% e al 2,75% dal, rispettivamente, 5° all’8° anno e dal 9° al 12esimo. Infine schizza al 5,28% per l’ultimo quadriennio, quello che va dal 13° al 16° anno di vita utile dello strumento.
In virtù di questi tassi, il rendimento effettivo annuo lordo è pari all’1,50% (1,32% netto) al compimento del 4° anno. Poi sale al 2,00% (netto 1,76%) al termine dell’8° (ossia dal 1° all’8°), al 2,25% (2% netto) alla fine del 12° anno e al 3,00% (netto 2,69%) dopo 16 anni (cioè dal 1° al 16°).
A scadenza, quindi, i coefficienti lordo e netto utili per calcolare i montanti lordo e netto sono, rispettivamente, l’1,60470644 e l’1,52911813.