Questo BTP strabatte i Buoni postali in rendimento ma ha un punto debole che pochi valutano

Un BTP che strabatte i Buoni postali

Il risparmio è un’importante questione per molti, ma capire dove investire può essere un rompicapo. Chi cerca un investimento sicuro con orizzonte tra 5 e 10 anni, ha solamente due opzioni: Buoni postali o Titoli di Stato. Ma quale dei due offre il miglior rendimento?

Entrambi i prodotti sono garantiti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), direttamente o indirettamente. I Buoni fruttiferi postali sono emessi dalla Cassa depositi e prestiti, una società controllata dal MEF. I Titoli di Stato sono emessi direttamente dal Ministero. Quindi la lotta tra questi due prodotti per conquistare i risparmiatori è uno scontro in famiglia.

Confronto tra Buoni Fruttiferi Postali e BTP: quale offre il maggior rendimento per l’investimento a medio-lungo termine

I Titoli di Stato più simili ai Buoni fruttiferi postali sono i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali), entrambi ideati per investimenti a medio e lungo termine, a partire dai 3 anni. I Buoni fruttiferi postali sono disponibili in diverse scadenze, da 3 a 16 anni, e i rendimenti aumentano all’aumentare della durata dell’investimento. Ma come si confrontano i rendimenti dei Buoni fruttiferi postali con quelli dei BTP?

Ad esempio, consideriamo un risparmiatore che intende investire 20.000 euro per un periodo di 5/6 anni come anticipo per l’acquisto di una casa. In questo caso, quale investimento offrirebbe il maggior rendimento: il Buono postale 3×2 o un BTP con scadenza simile?

Questo BTP strabatte i Buoni postali in rendimento sulla distanza dei 10 anni

Il Buono postale 3×2 è un investimento che offre rendimenti crescenti. Tuttavia per ottenere il massimo ritorno è necessario mantenerlo fino alla scadenza, momento in cui si avrà un rendimento lordo annuo del 2,0%. Un disinvestimento anticipato dopo 3 anni, garantirebbe un rendimento annuo lordo dell’1,25%. Nel caso in cui il risparmiatore decidesse di disinvestire prima della scadenza dei 3 anni, non avrebbe diritto ad alcun rendimento.

Diversamente, il BTP con scadenza a febbraio del 2029 (Isin: IT0005467482) ha una durata residua di 6 anni e al momento dell’analisi ha un prezzo ufficiale di 81,2 centesimi. Acquistando a questo prezzo, il risparmiatore si garantirebbe un rendimento lordo annuo del 4%, il doppio di quello offerto dal Buono fruttifero postale.

Un punto di forza innegabile del Buono postale

Ma cosa accadrebbe se il titolo fosse venduto prima? Dipende dal prezzo di vendita. Si potrebbe registrare una plusvalenza così come una minusvalenza. Qui sta una fondamentale differenza tra i due strumenti. Chi vendesse in anticipo il Buono postale conosce in partenza quale potrebbe essere il suo rendimento. Chi vendesse in anticipo il BTP non lo potrebbe sapere, se non al momento dell’operazione.
Questo è indubbiamente un punto di forza del Buono postale contro il Buono del Tesoro. Chi ha un Buono fruttifero potrebbe non guadagnare nulla in caso di vendita anticipata, ma non perderà mai un soldo. Questo BTP strabatte i Buoni postali in rendimento. Tuttavia con il titolo di Stato c’è il rischio di incorrere in una perdita in conto capitale in caso di vendita anticipata.

Consigliati per te