Le vie del guadagno sui titoli di Stato non passano tutte per il solo incasso degli interessi. I BTP, infatti, a cadenza semestrale staccano la cedola (netta), che ripaga il capitale investito per tutta la durata dell’investimento.
La scelta di un bond, tuttavia, non va impostata solo sull’analisi dell’interesse. Pesa la scadenza del titolo, il rating dell’emittente, la considerazione del costo della vita, le opportunità alternative, etc.
Più in generale, abbiamo già visto come e quando investire in titoli di Stato nel 2022 per fare un buon affare.
Guadagnare o perdere sui titoli di Stato grazie a prezzi di mercato
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Oltre agli interessi, spesso fissi e a volte fissi e crescenti, c’è anche il movimento dei prezzi sul mercato secondario, il MOT.
In questo caso il risparmiatore ha la possibilità di guadagnare anche sulla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita. Ovviamente vale anche il discorso contrario, ossia il caso di rivendere il titolo a un prezzo più basso di quello di carico.
A seconda delle due circostanze, si ha un guadagno o una perdita in conto capitale. In entrambi i casi vanno pagate le commissioni all’intermediario, sia per l’acquisto che per la vendita dello strumento. Infine va calcolato il 12,50% di ritenuta fiscale sull’eventuale plusvalenza positiva. In caso di minusvalenza, invece, sorge un credito fiscale che il risparmiatore può compensare con successive plusvalenze.
Infine ricordiamo il caso del risparmiatore che acquista in emissione (o comunque a 100) e tiene il bond fino a scadenza. L’investimento darà diritto all’incasso della cedola netta nominale, fino a naturale scadenza.
Questo BTP in 15 giorni ha reso il 10,55% oltre a staccare la cedola e sembrerebbe perfetto per questi risparmiatori
Analizziamo da vicino il BTP con codice ISIN IT0005480980, emesso appena 2 mesi fa. Si tratta di un bond trentennale con scadenza al 1° settembre 2052 e cedola nominale annua lorda pari al 2,15% (circa l’1,88% netto). Le date di stacco cedola sono quelle del 1° marzo e del 1° settembre di ogni anno, fino a scadenza. Pertanto 15 giorni fa i titolari del bond hanno ricevuto l’accredito netto della prima cedola semestrale in assoluto.
Ieri invece, al termine delle contrattazioni, il titolo ha chiuso gli scambi al prezzo di 92,78 centesimi. Al corso attuale, pertanto, il rendimento effettivo netto annuo è pari al 2,196%. Infine il rateo maturato ad oggi è di poco superiore allo 0,09% lordo.
Movimento dei prezzi e possibili opportunità di guadagno
In poco più di 2 mesi di contrattazioni, il bond non ha mancato di riservare brutte e belle notizie. Dal 31 gennaio al 15 febbraio il titolo è scivolato dal prezzo (di chiusura) di 100,78 a quello di 90,97 (–9,73%). Invece dal 15 febbraio al 1° marzo il bond si è riportato a 100,57, segnando un rialzo a doppia cifra. Infatti questo BTP in 15 giorni ha reso il 10,55%, mentre la cedola incassata è proporzionale al tempo di effettivo possesso del bond.
Secondo gli esperti, la discesa è dipesa dai timori legati alla reflazione mentre la risalita agli eventi bellici in Ucraina.
Il bond pertanto si presenta interessante per l’investitore con elevatissima propensione al rischio. Tuttavia, sono molti gli elementi da ponderare prima di un investimento sul bond. Pensiamo alla durata complessiva (30 anni), la duration modificata (21,58), l’attuale inflazione e i possibili rialzi dei tassi BCE.
In compenso, il titolo sembrerebbe adatto a chi cerca bond speculativi. A patto però di comprenderne fino in fondo il trend del momento e tutti i rischi che si corrono con simili strumenti d’investimento. Detta diversamente, il BTP non è adatto al piccolo risparmiatore che cerca un rifugio quieto e sicuro per i suoi risparmi.
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