Un 6% di interesse su titolo del debito pubblico, di questi tempi è una pura chimera. Per spuntare simili tassi occorre infatti andare a spulciare le emissioni del passato, come abbiamo fatto in questa sede.
Abbiamo ripescato un trentennale e in particolare ci siamo chiesti: questo BTP con cedola 6% è adatto al piccolo risparmiatore che ha dei risparmi da investire? Procediamo.
La scheda tecnica del BTP
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Il bond a cui facciamo riferimento è il BTP trentennale con codice ISIN IT0001444378. Ha cedola del 6%, è stato emesso il primo novembre del 1999 e ha scadenza il primo maggio 2031. Gli anni residui del titolo sono pari a 10,16 circa.
Oggi tuttavia il titolo lo si acquista sul mercato MOT al prezzo di 151,10 circa. Pertanto, di quella cedola nominale del 6%, in realtà residua un rendimento netto intorno allo 0,57% circa annuo. Questo avviene perché si compra il BTP a un prezzo decisamente maggiore rispetto al valore nominale di emissione di 100. E che costituisce anche il prezzo finale di rimborso a scadenza.
Tradotto: per ogni BTP acquistato oggi a 151,10 a scadenza riceveremo solo il valore nominale di partenza, ossia 100. Il che equivale appunto a dire che il rendimento netto del titolo, per i suoi restanti 10 anni di vita, è dello 0,57% circa.
A chi è adatto questo bond?
A questo punto dobbiamo cercare di capire se questo BTP, con cedola 6%, è adatto al piccolo risparmiatore che ha dei risparmi da investire.
Qui iniziano i distinguo. Se per piccolo intendiamo comunque un risparmiatore evoluto e ridotti capitali, la risposta potrebbe essere positiva.
Il riferimento è a chi mastica di finanza, di (almeno) un minimo di analisi tecnica, con cui individuare un buon prezzo d’ingresso sul titolo. E da li poi provare a portare a casa qualche cedola piena al 6%. Studiando, al contempo, anche il timing perfetto e il prezzo giusto per l’uscita.
Dunque, una classica operazione da speculazione su un titolo di Stato, che richiedono adeguata preparazione e zero improvvisazione.
Vediamo di capire se questo BTP con cedola 6% è adatto al piccolo risparmiatore che ha dei risparmi da investire
Diverso è invece il caso del piccolo risparmiatore che cerca semplicemente un porto sicuro. Cioè garanzia sul capitale investito e un minimo di rendimenti.
In questi casi, acquistare il bond a 151,10 equivale a esporsi a un grande rischio. Ma solo e unicamente nel caso in cui il risparmiatore dovesse poi uscire anzitempo.
Se, ad esempio, dopo 3 o 5 anni dall’acquisto si avesse necessità di disinvestire, si potrebbe anche essere costretti a farlo a prezzi differenti dagli attuali. Se questi fossero maggiori, nessun problema, perché si avrebbe anche un guadagno in conto capitale. Ma se dovessero presentarsi più bassi, scatterebbe il rischio di un saldo netto negativo. Il riferimento è alla differenza tra il flusso cedolare riscosso meno la perdita in conto capitale, dovuta all’ipotizzato più basso prezzo di vendita.
Dunque, o lo si porta a scadenza o non resta che guardarsi attorno; dove? Il mercato è parco di soluzioni interessanti. Una possibile via di fuga potrebbe essere il conto deposito libero. Oppure vincolato, ma a cadenze temporali ristrette e magari rinnovabili. E nel quale l’eventuale “penale” da pagare, in caso di uscita anticipata, fosse unicamente riconducibile alla perdita degli interessi maturati. Nell’articolo di cui qui il link illustriamo un piccolissimo esempio.
Abbiamo dunque risposto al quesito se questo BTP con cedola 6% è adatto al piccolo risparmiatore che ha dei risparmi da investire.