Tante sono le malattie che potrebbero mettere a repentaglio la nostra salute, spesso però in proposito ne sappiamo ben poco.
Essere informati al riguardo, invece, sarebbe importante, tanto più mantenendosi costantemente aggiornati sulle scoperte della scienza, sempre in fermento.
Una malattia spesso oggetto di indagine è la sclerosi multipla e, secondo Fondazione Veronesi, in Italia ne sarebbero affette 68mila persone.
Diverse le cause che potrebbero portare al suo sviluppo, tra cui una che sembrerebbe recentemente confermata da uno studio. Infatti, secondo lo stesso, quest’infezione potrebbe essere tra le cause della sclerosi multipla, che manifesterebbe i sintomi iniziali a ogni età.
Disturbi e manifestazioni della sclerosi multipla
La sclerosi multipla è una malattia neurologica che si manifesterebbe tramite alcuni disturbi, intestinali e vescicali, ma anche motori, cognitivi e della vista. Sintomi tipici sarebbero il senso di spossatezza, nonché formicolii e perdita di sensibilità a livello tattile.
Tutti aspetti che potrebbero emergere a qualunque età, sebbene solitamente la malattia si diagnosticherebbe tra i 20 e i 40 anni.
Potrebbe presentarsi poi in due forme, quella multipla recidivante-remittente e quella secondariamente progressiva.
Nella prima, periodi in cui si acuirebbero i sintomi si alternerebbero ad altri dove invece le condizioni consentirebbero un maggiore benessere.
La seconda forma invece, sarebbe un’evoluzione della prima e comporterebbe un peggioramento progressivo.
Quest’infezione potrebbe essere tra le cause della sclerosi multipla che manifesterebbe i sintomi iniziali a ogni età
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La sclerosi multipla sarebbe la conseguenza della distruzione della mielina, isolante delle cellule nervose che consentirebbe la corretta trasmissione degli impulsi nervosi. Ciò avverrebbe ad opera degli anticorpi prodotti nel sistema immunitario.
Ne deriverebbe una velocità negli impulsi nervosi ridotta di 100 volte.
Diverse le cause che potrebbero portare alla malattia, potrebbe infatti dipendere da fattori genetici quanto ambientali.
Uno studio pubblicato sulla rivista Science, condotto dalla Chan School of Public Health di Boston, guidato da Alberto Ascherio, apporterebbe un nuovo tassello.
Avrebbero osservato nel tempo giovani adulti delle forze armate. Alcuni degli stessi avrebbero poi sviluppato la sclerosi multipla.
Sarebbe emerso un dato interessante, poiché questo rischio sarebbe risultato 32 volte superiore in coloro che avevano contratto il virus Epstein-Barr (EBV). Un virus che genererebbe la mononucleosi.
Il virus EBV, dopo aver infettato le cellule del sistema immunitario, potrebbe indurre le stesse ad attaccare la mielina.
La sclerosi multipla potrebbe presentarsi a distanza di tempo dall’incontro con il virus, probabilmente a causa dell’infezione latente di quest’ultimo. Un accumulo di danni che quindi potrebbe passare inosservato e condurre alla lunga direttamente ai disturbi della sclerosi multipla.
I risultati dello studio aprirebbero anche le porte a un potenziale contrasto alla sclerosi multipla, perché un vaccino contro il virus EBV potrebbe prevenire anche la malattia.
Attualmente non ne esiste ancora uno, ma secondo quanto riportato da Fondazione Veronesi, vi sarebbero studi in corso.
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