La crisi dei mercati azionari non sta risparmiando il settore tecnologico e ha coinvolto anche realtà consolidate. Molti titoli, tuttavia, sarebbero al momento sottovalutati e potrebbero rivelarsi un’opportunità nel lungo periodo per gli investitori.
Durante i periodi ribassisti, le aziende impegnate nel progresso tecnologico patirebbero il taglio della spesa da parte dei consumatori e la mancanza di investimenti incisivi. Questi elementi sarebbero alla base della riduzione del valore del mercato dei titoli delle società tecnologiche. Non bisogna, tuttavia, sottovalutare un aspetto fondamentale: i momenti di crisi possono essere sfruttati per puntare su realtà con potenzialità di crescita. Tale considerazione è decisamente più valida per la tecnologia, ambito ormai chiave in tutti i settori strategici dell’economia mondiale.
Alphabet: il titolo è sottovalutato, ma la potenziale crescita è sostenuta
Indice dei contenuti
Tra i titoli da prendere in considerazione c’è Alphabet, mai così a sconto. Il gruppo a cui appartiene Google è attualmente sottovalutato, nonostante il bilancio solido. Le problematiche sul futuro sarebbero, però varie, tra cui la necessità di grandi investimenti per sbaragliare la spietata concorrenza dell’Intelligenza Artificiale generativa (ChatGPT), che rende incerte le previsioni suoi guadagni pubblicitari legati alle ricerche.

Alphabet: il titolo è sottovalutato, ma la potenziale crescita è sostenuta
Alphabet GOOGL è stata accuratamente esaminata dagli analisti di Morningstar ed è stato notato che, nonostante la fase al ribasso, abbia buone qualità per preservare la competitività sul mercato, anche in caso di rallentamenti della spesa pubblicitaria digitale.
Gli esperti hanno notato che, proprio durante i periodi di crisi economica, aumentano i budget pubblicitari legati alle campagne di web marketing e Alphabet dovrebbe avere le potenzialità per resistere rispetto alle altre società del settore. Inoltre, anche se la maggior parte degli investitori concentra la propria attenzione sulla pubblicità digitale di Alphabet, sarebbe da tenere sott’occhio il business del cloud dell’azienda, visto che nel corso dell’anno dovrebbero aumentare le vendite.
Per gli analisti di Morningstar, il fair value per Alphabet si attesta a 237 dollari ma, in caso di conferma a lungo termine dei dazi e un crollo della spesa pubblicitaria digitale, il fair value delle azioni potrebbe ridursi del 10%. In ogni caso, i valori sarebbero superiori all’attuale prezzo di 146,58 dollari.
La monetizzazione dell’azienda, inoltre, dovrebbe aumentare grazie al lancio di Gemini 2.5, l’innovativo modello linguistico basato sull’Intelligenza Artificiale), destinato ad attrarre un gran numero di sviluppatori.
Meta punta sull’Intelligenza Artificiale per superare la crisi
Un’altra realtà sulla quale gli analisti stanno indagando è Meta Platforms che, lo scorso 4 aprile, ha lanciato il nuovo modello linguistico di ultima generazione, Llama 4, destinato a essere diretto concorrente dei modelli di Google e OpenAI.

Meta punta sull’Intelligenza Artificiale per superare la crisi
Proprio la concorrenza nel settore dell’Intelligenza Artificiale potrebbe essere il punto di svolta per incrementare la monetizzazione. Con molta probabilità, i modelli GenAI di Meta potrebbero essere usati dai creatori e dagli inserzionisti per creare contenuti altamente personalizzati per gli utenti; questo, ovviamente, determinerebbe un aumento della partecipazione da parte del pubblico.
Gli analisti di Morningstar stimano il fair value per Meta a 770 dollari, contro gli attuali 510 dollari di mercato; il titolo, dunque, sarebbe sottovalutato. Come nel caso di Alphabet, anche Meta risentirebbe del calo della spesa pubblicitaria derivante dai dazi. Nel caso dell’azienda fondata da Mark Zuckerberg, tuttavia, il fair value scenderebbe del 15% col calo dei ricavi. Ma il titolo sarebbe ancora sottovalutato. In conclusione, nonostante l’incertezza macroeconomica sia ancora ben radicata, le azioni Meta potrebbero essere promettenti (anche grazie al caos che ruota intorno a TikTok negli USA).