Questi sono i segreti per fare tuffi degni delle Olimpiadi evitando dolorosissime panciate

tuffi, panciate

Dopo un anno intenso, finalmente è arrivata l’estate. Molti scelgono località di mare per trascorrere le proprie vacanze. Prima di partire si perpetua il rito del vacanziere. Si compra tutto l’occorrente per il mare, come ogni anno, e si sopportano le lunghe code prima di raggiungere la meta. Giunti a destinazione si corre direttamente sulla costa per fare il primo tuffo. Con gli occhi puntati addosso degli amici e con la fretta del primo bagno, si prende la rincorsa e ci si butta in acqua. Quel che non si è preso in considerazione però è la fragorosa panciata sull’acqua, dopo il tuffo. Tuffarsi, anche solo per gioco, ha bisogno di qualche regola e di qualche attenzione per non incorrere in incidenti spiacevoli (a volte anche molto gravi). Questi, dunque, sono i segreti per fare tuffi degni delle Olimpiadi evitando dolorosissime panciate.

I tuffi alle Olimpiadi

I tuffi fanno parte dei giochi olimpici dalle Olimpiadi di Saint Louis del 1904. Vengono eseguiti da trampolino mobile o da piattaforma fissa, posti ad altezze differenti (da 1 a 10 metri). Durante le gare, gli atleti eseguono delle evoluzioni in aria durante il tuffo che vengono valutate da una giuria di esperti. Ci sono 6 principali gruppi di tuffi (in avanti, indietro, rovesciato, ritornato, verticale, avvitamento). A questi si aggiungono e si integrano 4 movimenti di avvitamento (carpiato, teso, raggruppato e libero). La combinazione di questi movimenti viene giudicata in base a un indice di difficoltà che permette di dare un giudizio complessivo del gesto atletico. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere alla Federazione Italiana di Nuoto (FIN) e alle scuole di nuoto.

Questi sono i segreti per fare tuffi degni delle Olimpiadi evitando dolorosissime panciate

Prima di fare il tuffo, seguire attentamente queste istruzioni:

  • non tuffarsi con la maschera;
  • non tuffarsi con le infradito, sugli scogli, per evitare di inciampare. Meglio usare delle scarpe di gomma per non scivolare e poter, eventualmente, risalire;
  • sincerarsi che l’acqua sia abbastanza profonda per attutire l’ingresso in acqua;
  • sincerarsi che non ci siano rocce affioranti o sotto il pelo dell’acqua. Non è una piscina;
  • sincerarsi che non ci sia nessuno in acqua (anche sott’acqua) nel punto di ingresso del tuffo.

Dopo aver seguito questi passaggi siamo pronti a tuffarci. Il primo modo per evitare una panciata è buttarsi a candela. I piedi toccheranno la superficie dell’acqua prima del resto del corpo, attutendo l’impatto. Se invece vogliamo tuffarci di testa dobbiamo seguire poche semplici regole, in successione:

  • mettere il piede dominante (il sinistro se si è mancini, altrimenti il destro) leggermente in avanti;
  • portare le braccia in alto, con i gomiti a sfiorare le orecchie;
  • tenere le mani aperte una sopra l’altra;
  • appoggiare il mento al petto;
  • trattenere il respiro;
  • saltare in modo che le braccia entrino in acqua prima del resto del corpo.

Non sarà un tuffo da Olimpiadi, ma questi piccoli accorgimenti ci permetteranno di divertirci, salvaguardando la nostra salute.

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