A gennaio Piazza Affari si è confermata come uno dei migliori listini azionari mondiali. Gli acquisti sulle blue chips sono affluiti copiosi con il risultato che l’indice in un solo mese si è apprezzato, forse, anche meglio delle stesse previsioni.
Vediamo, allora, in quali modi un piccolo risparmiatore potrebbe cavalcare il trend e sfruttare la forza della Borsa Italiana.
In questo primo scorcio del 2023 le campane stanno risuonando a festa per molti mercati azionari, specie a Piazza Affari. Da lunedì 2 fino a martedì 31 gennaio, infatti, il Ftse Mib è passato da 23.706,96 punti (chiusura del 30 dicembre) a 26.599,74 punti. Un vero sussulto di gioia per chi ha investito sull’indice, dato che questi risparmiatori molto furbi hanno guadagnato il 12,202% in 1 mese.
Non solo, ma secondo il nostro Ufficio Studi sul lungo periodo il rialzo del Ftse Mib potrebbe avere ancora vita lunga. Vediamo allora i principali modi attraverso cui cavalcare (in ottica pluriennale) il trend di Piazza Affari.
Il fondo comune di investimento
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L’opzione maggiormente seguita dai molti piccoli risparmiatori passa per i fondi. Questi si dividono in fondi a gestione attiva, i fondi comuni di investimento, e fondi a gestione passiva, gli ETF.
L’obiettivo dei primi è quello di battere, fare meglio del sottostante di riferimento (il benchmark). Ossia ottenere un rendimento maggiore rispetto alla performance fatta dal mercato su cui investe il gestore del fondo. Nasce da qui, appunto, la dicitura di fondo “attivo”.
Tra i vantaggi dello strumento abbiamo la gestione del capitale da parte di professionisti del settore. Inoltre il patrimonio del fondo è separato da quello della società di gestione (SGR) ed è sottoposto a continui controlli, pubblici e privati.
Tra i contro abbiamo i costi, in genere ritenuti eccessivi rispetto ai risultati. Questi, infatti, non sempre sono migliori di quelli del benchmark di riferimento. Tradotto, battere i mercati non è proprio semplice.
Questi risparmiatori molto furbi hanno guadagnato il 12,202% in 1 mese e la festa potrebbe non essere ancora finita!
Una nota che accomuna fondi attivi e passivi è che non vi è garanzia di un rendimento. Parimenti, non c’è garanzia sull’integrità del capitale investito. Questo perché il valore delle quote sottoscritte fluttua al fluttuare del mercato di riferimento.
Gli ETF sono strumenti relativamente semplici (a patto di sapere fino in fondo su cosa e come si sta investendo!) ed economici. In pratica essi replicano nel bene e nel male il trend del sottostante, senza alcun professionista posto alla sua guida.
Il Piano di Accumulo del Capitale (PAC)
Un’altra alternativa passa per il PAC, ossia versamenti (in genere) costanti a intervalli regolari per creare un capitale sul lungo termine. La formula consente di accedere ai mercati azionari a chi ha capitali ridotti e/o di ottimizzare il c.d. prezzo medio di carico. Cioè investendo con regolarità nel tempo si ottimizza il prezzo medio degli acquisti.
Come nei casi precedenti, il PAC presuppone discreta preparazione (finanziaria) e adeguata propensione al rischio. Ancora, il PAC va strutturato, concepito e gestito nell’ottica del medio lungo termine, stando attenti anche al peso delle commissioni totali. Ottimizzando i momenti storici di ingresso sui mercati in alcuni casi si potrebbe arrivare anche a guadagni a doppia cifra nel giro di pochi anni.