Il nostro cervello è tanto una macchina perfetta quanto un mistero di cui non riusciamo a venire del tutto a capo. Le malattie neurodegenerative sono tra le più temute, perché rischiano di cambiare per sempre una persona e perché la medicina non ha ancora scoperto una vera via di fuga. Tra tutte le malattie degenerative che colpiscono il cervello, una delle più temute e diffuse è quella che prende il nome di demenza senile. Gli studi su come debellare o in qualche modo allontanare la demenza durante l’anzianità sono molto frequenti. Tra questi, alcuni arrivano a risultati quantomeno incoraggianti. Per esempio, l’Istituto Superiore di Sanità svela che questi comuni farmaci contro la pressione alta allontanerebbero anche la minaccia della demenza senile dal cervello. La notizia è ripresa da uno studio autorevole, pubblicato sulla rivista accademica “BMJ Open“. Vediamo quali sono questi farmaci che nasconderebbero un effetto collaterale benevolo e perché.
Questi comuni farmaci contro la pressione alta allontanerebbero anche la minaccia della demenza senile dal cervello
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La notizia arriva dalla massima autorità in fatto di Sanità del Paese. L’Istituto Superiore di Sanità riporta i risultati di uno studio pubblicato su “BMJ Open”, secondo cui dei comuni farmaci pressori avrebbero effetti positivi anche sul cervello umano. Nello specifico, questi comuni farmaci avrebbero il merito di rallentare la neurodegenerazione, allontanando la minaccia della demenza dal cervello degli anziani. Stiamo parlano degli ACE inibitori, medicinali usati specialmente nel trattamento dell’ipertensione arteriosa.
Stando alle parole riportate dalla fonte autorevole, gli anziani che fanno uso di questi comuni farmaci vedono un rallentamento del declino neuronale. I risultati arrivano in seguito a uno studio fatto proprio sui malati di demenza senile. Lo studio rivela che il trattamento a base di ACE inibitori darebbe risultati anche quando la malattia è già in corso.
I primi sei mesi di terapia sono già fondamentali
L’uso degli ACE inibitori, dunque, avrebbe un’esternalità positiva sul cervello degli anziani. In particolare, oltre a rallentare il declino generale, migliorerebbe altre capacità specifiche come la memoria. Lo studio in questione ha evidenziato i benefici riscontrati da chi assume questi farmaci rispetto a quelli che non lo fanno. Gli studiosi hanno riscontrato sensibili miglioramenti sin dai primi sei mesi di trattamento. Tra i farmaci in questione, gli esperti annoverano aptopril, lisinopril, ramipril, perindopril, fosinopril e trandolapril. Questo non significa che questi farmaci contro la pressione alta sono la nuova cura contro la demenza. Ma la ricerca porta speranze.
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