Questi 2 comuni lavori potrebbero presto rientrare tra quelli usuranti ottenendo la pensione anticipata a 61 anni

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Con il Decreto legislativo numero 67 del 21 aprile 2011, il Governo ha introdotto un regime previdenziale agevolato per determinate categorie di lavoratori. L’intento era quello di consentire a chi svolge i cosiddetti lavori usuranti di andare in pensione prima degli altri.

L’articolo 1 del suddetto Decreto nomina tutti i potenziali beneficiari della pensione anticipata. Tra questi annovera i lavoratori notturni, quelli addetti alla linea di catena, gli autotrasportatori del servizio pubblico. Requisiti aggiuntivi, necessari per rientrare nelle categorie, sono: svolgere un lavoro dipendente e aver svolto il lavoro usurante per almeno 7 anni. Tutti coloro che hanno i sopracitati requisiti possono andare in pensione raggiunta l’età di 61 anni e 7 mesi, con 35 anni di contributi versati.

Ma il Mondo cambia e, di conseguenza, la legge cerca di adattarsi. Così, durante l’undicesima Commissione Permanente del Senato (lo scorso 8 febbraio), si è discussa l’eventualità di aggiungere nuove professioni tra quelle usuranti. Nello specifico, le più importanti organizzazioni sindacali hanno proposto ai parlamentari di aprire l’opportunità di pensione anticipata anche a infermieri e operatori socio-sanitari.

Questi 2 comuni lavori potrebbero presto rientrare tra quelli usuranti ottenendo la pensione anticipata a 61 anni

La richiesta era già nell’aria da un po’ di tempo: inserire infermieri e operatori socio-sanitari tra i lavori usuranti. L’esigenza nascerebbe come risposta alla pandemia, che ha messo in luce le grandi difficoltà di chi svolge questi 2 comuni lavori.

Secondo i rapporti degli esperti, il Covid 19 avrebbe lasciato danni evidenti su entrambe le categorie. Tra il 30% e il 50% degli operatori sanitari porterebbe i segni permanenti dello stress. Inoltre, sempre secondo i dati, l’11,8% del personale ospedaliero presenterebbe inidoneità fisiche al lavoro, mentre il 7,8% inidoneità parziali ma permanenti. Infine (ed è forse il dato più sconcertante), l’89% degli infermieri subirebbe aggressioni fisiche e verbali. Come se non bastasse, il 17esimo Rapporto Sanità del CREA mette in luce una preoccupante carenza di personale sanitario, calcolato intorno alle 237.000 unità.

Tenendo conto di tutti questi dati, i sindacati chiedono a gran voce l’introduzione di infermieri e operatori socio-sanitari tra i lavori usuranti. Fino ad oggi, solo alcuni di questi lavoratori riuscivano a beneficiare della pensione anticipata. Parliamo di quelli che rientravano nei lavoratori notturni, con turni di notte di almeno 6 ore per 78 giorni all’anno. L’attuale richiesta è quella di mandare in pensione anticipata tutti i lavoratori delle 2 categorie.

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