A guardar bene, adesso che lo sappiamo, tutto torna. Ursula Von der Leyen, donna tutta d’un pezzo, è medico chirurgo con specializzazione in ginecologia. Professione che esercita sporadicamente presso una clinica di Hannover.
Che potesse indossare il camice del medico professionista, francamente, non ce l’aspettavamo. Soprattutto dopo averla vista con giubbotto antiproiettile andare incontro a Volodymyr Zelensky con quel passo risoluto che passerà alla storia.
L’indecisa
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Ma ancora di più, quello che non tutti sanno di Ursula, è inerente a quell’aspetto che più la avvicina ai comuni mortali. E cioè la donna d’acciaio, seconda quanto a rigore solo alla Merkel, prima di imboccare e terminare gli studi in medicina, cambia più volte Università. Prima di iscriversi a medicina, infatti, la super donna europeista, studia per un anno presso la London School of Economics and Political Science. Ancora prima si iscrive alla Facoltà di Archeologia.
Insomma tergiversa un po’ prima di imboccare il suo percorso di studi definitivo. Tale aspetto, che spesso riguarda molte matricole universitarie, ci permette di individuarne un lato che rende più umana la Lady di ferro.
Quello che non tutti sanno di Ursula Von der Leyen, la Lady di ferro della Commissione Europea
La donna, Presidente della Commissione europea, in passato fa anche i conti con la minaccia di rapimento nel periodo del terrorismo rosso, cioè nel periodo dell’eversione armata d’ispirazione comunista e antimperialista degli anni Settanta. Ursula prende il cognome del marito, il medico Heyko von der Leyen, di nobili origini. I due hanno sette figli.
Nel frattempo, la Lady di ferro coltiva la passione e la carriera politica.
Della sua vita privata sappiamo anche che è luterana, osservante della Chiesa Evangelica della Germania e pare sia favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Ma quello che non tutti sanno di Ursula e che riguarda la vita, per così dire nascosta della donna, non intacca l’indubbio spessore politico-culturale del leader della Commissione UE.
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