Quel che sappiamo dello scandalo Becciu

Cardinale

Fedelissimo del Papa e membro chiave della Segreteria di Stato, il cardinale Becciu è stato per lungo tempo uno degli uomini più potenti del Vaticano. Per questo motivo, le sue dimissioni dai ruoli ricoperti nella Curia papale durante lo scorso mese sono arrivate come un fulmine a ciel sereno. Da una breve biografia del monsignore fino alle motivazioni dietro alle sue dimissioni, ecco quel che sappiamo dello scandalo Becciu.

Chi è Monsignor Becciu

Nato a Pattada, in Sardegna, nel 1948, Giovanni Angelo Becciu prese gli ordini nel 1972. A seguito della laurea in diritto canonico, ottenne vari incarichi diplomatici vivendo e lavorando negli USA, in Africa e in Nuova Zelanda. Nominato Nunzio apostolico nel 2001, prosegue nella sua scalata al potere fino ad essere chiamato a lavorare in Vaticano da Papa Benedetto XVI. Il ruolo ricoperto è quello di Sostituto della Segreteria di Stato, con la responsabilità di sovrintendere alle finanze papali. Papa Francesco nomina Monsignor Becciu Cardinale il 26 maggio del 2018 confermandolo nel ruolo, e quindi nei compiti amministrativi fino ad allora ricoperti. Il 24 Settembre 2020, per richiesta del Papa, rinuncia alle sue prerogative e si astiene da ogni ruolo nella Curia romana.

Tutto quel che sappiamo dello scandalo Becciu

I dubbi intorno al monsignore iniziarono nel 2014, anno in cui la magistratura vaticana aprì un’inchiesta sull’acquisto di un bene immobiliare a Londra. L’edificio, risalente al 1911, sarebbe stato pagato 300 milioni di euro, cifra valutata eccessiva rispetto al suo effettivo e reale valore di mercato. L’inchiesta avrebbe messo alla luce un intricato sistema finanziario al cui centro sarebbe stato il monsignore stesso. Questi, infatti, si sarebbe avvalso della complicità di un team di finanzieri e di società intermediarie al fine di dirottare fondi della santa sede. La stessa rete di collaboratori avrebbe, in seguito, beneficiato di generosi premi di consulenza erogati fuori mercato dalla stessa Segreteria di Stato.

Quel che sappiamo è che il Cardinale stesso avrebbe usufruito di tali sistemi di intermediazione finanziaria per erogare denaro a familiari ed amici. Spiccano le centinaia di migliaia di euro fatte pervenire, secondo alcune voci, ad uno dei fratelli,  nonché il denaro erogato alla cosiddetta “dama del cardinale”. Quest’ultima avrebbe ricevuto mezzo milione di euro attraverso una società slovena per attuare non chiarite “missioni diplomatiche” in Africa. Ulteriori ricerche stanno mettendo in evidenza un possibile uso dei derivati da parte dei funzionari del Cardinale, pratica finanziaria fortemente osteggiata da Papa Francesco.

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