Quasi stroncato dalla critica ma apprezzato dal pubblico questo imperdibile film tratto da una storia vera e commovente che ci terrà incollati allo schermo

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Spesso la critica cinematografica professionistica e il pubblico sembrano viaggiare su due binari completamente diversi. Un film che raccoglie lodi da una parte, viene clamorosamente stroncato dall’altra, e, viceversa. Come nel caso di questo film, uscito da poco su Netflix, che era diventato un vero e proprio missile puntato sul Mondo del cinema. Tratto, con qualche libertà, da una storia vera e che riguarda uno dei problemi sociali più discussi di qualche anno fa: l’Apartheid in Sudafrica. Per fare un nome su tutti, quello del premio Nobel Nelson Mandela. Non parliamo del solito film sulla vita di Mandela, ma di un action thriller volutamente crudo, che vuole comunque ricordare al Mondo quanto accaduto in Sudafrica. Andiamo a scoprire questa pellicola e la curiosità che merita.

Dal Mondo dei supereroi a quello dell’Apartheid

Alla sua prima vera e propria regia, Mandla Dube incassa le lodi del pubblico e un po’ meno della critica col suo “L’assedio di Silverton”. Direttore della fotografia di film di assoluto successo come Man in Black, Dube narra la storia di un gruppo di combattenti per la liberazione di Mandela. Al famoso grido di “Set Mandela Free”, viene ricordato nel film uno degli episodi chiave della liberazione del leader sudafricano. Episodio fondamentale, ma quasi dimenticato, che Dube riporta alla luce in versione cinematografica per tutti. Senza la volontà di proporre il solito documentario, ma provando invece la via del tradizionale film d’azione. Alla fine, ne esce un risultato senza mezze misure: o piace, oppure no.

Quasi stroncato dalla critica ma apprezzato dal pubblico questo imperdibile film tratto da una storia vera e commovente che ci terrà incollati allo schermo

Qualche nostro Lettore esperto di cinema, si accorgerà vedendo questo film di un particolare molto tecnico. Parecchie scene sono infatti girate con la telecamera a mano, proprio come i video amatoriali. Una tecnica voluta dal regista, proprio per ricreare una sorta di identificazione dello spettatore con i protagonisti del film. Sicuramente nasce una simpatia tra i protagonisti e lo spettatore. Nonostante cerchino la libertà attraverso la cattura di ostaggi e il sequestro all’interno di una banca.

Emozioni a non finire

Diventano quasi antipatici, invece, i tutori dell’ordine, macchiati, a causa della situazione reale dell’epoca, di evidente razzismo. Quasi stroncato dalla critica ma apprezzato dal pubblico questo film che, comunque vada, non ci lascerà indifferenti, evidenziando un periodo importante della storia contemporanea. Come dicevamo, il regista di questo film è anche direttore di fotografia e ha curato film di successo come quello della lettura finale.

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