La grande debolezza, o la grande forza, nella gestione di qualsiasi risorsa si trova nei dettagli. Questo vale in finanza come nell’economia domestica. Imparare come non sbagliare ci fa risparmiare cifre mostruose a fine anno.
D’altro canto, la parola stessa economia deriva dalla parola greca antica Oikos, che significava “casa”. L’economia nasce come gestione delle risorse familiari. E ciascuno di noi, se potesse risparmiare fino a 5.000 euro all’anno adottando semplicemente delle abitudini vincenti, ne sarebbe ben lieto.
Ebbene secondo uno sconvolgente studio condotto da Samsung nel 2020 su circa 20.000 persone residenti in 11 Paesi europei, si registrano quasi 5.000 euro persi all’anno a famiglia a causa della cattiva gestione degli alimenti acquistati. E se qualcuno potesse pensare che i dati possano essere condizionati dalle male abitudini di altri Paesi europei (in cui magari vi sia meno attenzione nei confronti dell’economia familiare rispetto alla tradizionale attenzione italiana), ebbene incorrerebbe in errore. L’Italia risulta terza per sprechi dopo la Svizzera e Norvegia. Vediamo come sia possibile giungere una cifra così consistente
Tra gli errori più cari, la gestione del cibo pronto da banco
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Per alimento sprecato si intende un bene acquistato e, parzialmente o interamente, lasciato scadere o buttato senza consumarlo. Secondo lo studio, sono prevalentemente tre gli ingredienti che condividono questo triste destino. La prima categoria, spesso la più costosa, è quella dei piatti pronti. Questi hanno un costo molto alto vista la complessità ed i passaggi richiesti per la preparazione e, talvolta, il trasporto. Paradossalmente la funzione di questi piatti sarebbe quella di essere surgelati per poi risultare pronti all’uso quando necessario. Un passaggio, questo, che in molti sembrano evitare. In cambio, si ripone il bene nel frigorifero classico, dove dopo tempo diventerà inadatto al consumo.
Sarebbe però sbagliato additare la colpa degli sprechi solo a questa categoria. Un altro errore compiuto spesso riguarda paradossalmente frutta e verdura fresca: in questo caso il problema varia da una inadatta conservazione nei ripostigli del frigorifero fino a una tendenza alla dimenticanza. Molti lasciano la frutta all’esterno del frigorifero, come nel caso delle arance (oppure delle pesche, del melone e dell’avocado: in questo caso, una volta maturi, devono essere portati e lasciati all’interno del frigo).
Quasi 5.000 euro persi all’anno per famiglia a causa della cattiva gestione degli alimenti acquistati
C’è poi una categoria insospettabile di alimenti sprecati, visti normalmente i lunghi tempi di conservazione. Si tratta dei condimenti come le salse. In questo caso l’errore può consistere nella incorretta conservazione all’esterno del frigo una volta aperte, oppure semplicemente nel riacquisto di ingredienti che si ritenevano non presenti.
Infine, capita ai consumatori di sprecare molti ingredienti per non rendersi conto delle reali esigenze di consumo. D’altronde, come suggeriva la saggezza antica, “conosci te stesso”. Tanti piccoli errori, ripetuti nel quotidiano, possono condurre a cifre stupefacenti a fine anno. Meglio allora razionalizzare l’acquisto e la conservazione, fasi delicate ma di fondamentale importanza.
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