In Italia ci sono 3,7 milioni di persone beneficiarie di prestazioni assistenziali per una percentuale che è pari al 19% del totale. Si tratta, nello specifico, di prestazioni assistenziali che spaziano dall’invalidità civile alle pensioni di guerra, passando per le pensioni e per gli assegni sociali.
Il restante 78%, invece, percepisce pensioni che sono di vecchiaia, di invalidità ed ai superstiti. E questo in accordo con i dati consolidati che si riferiscono all’anno 2021, e che emergono dall’Osservatorio INPS.
Quanto spende l’INPS per le pensioni e chi prende di più per genere e per residenza
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Complessivamente, in Italia ci sono oltre 16 milioni di pensionati. Con gli uomini che mediamente prendono di più rispetto alle donne. Il che significa che anche nel 2021 è stato registrato un gender gap pensionistico che non si riesce ancora a colmare. E che è ancora ampio.
313 miliardi è inoltre la risposta su quanto spende l’INPS per le pensioni. O almeno su quanto ha speso lo scorso anno con un aumento dell’1,7% rispetto al 2020. In più, oltre alle differenze di genere, sugli importi delle pensioni INPS percepite, ci sono anche quelle in base alla residenza. Attualmente, infatti, nel nostro Paese i pensionati più ricchi risiedono al Nord. Mentre nel Mezzogiorno ci sono i pensionati più giovani.
Uomini e donne, ecco i numeri sul gender gap pensionistico
Il numero di prestazioni complessivamente erogate dall’INPS nel 2021 sono state ben 22,7 milioni. Con una maggioranza di donne pensionate, pari al 52%, rispetto al 48% di pensionati uomini. Ma a fronte di questo vantaggio, come sopra accennato, l’assegno medio erogato dall’INPS alle donne è mediamente più basso del 27% rispetto agli uomini.
Non a caso l’INPS agli uomini riconosce complessivamente, in controvalore, il 56% dei redditi pensionistici complessivi. In più ricordiamo che nel 2023, in ragione di un’inflazione 2022 molto alta, la spesa per le pensioni INPS registrerà un corposo aumento. Proprio per effetto della rivalutazione degli assegni in base all’andamento del carovita di quest’anno.
Sulla previdenza pubblica si attengono i dettagli della riforma del Governo Meloni
Inoltre, in vista della prossima Legge di Stabilità, si attendono da qui a breve importanti novità che riguardano sempre le pensioni, ed in particolare le misure di ritiro dal lavoro anticipato. Visto che, ad oggi, a partire dal 2023, senza interventi legislativi, non sarebbero più accessibili non solo l’Opzione Donna e l’Ape Sociale, ma anche la Quota 102. Con il Governo guidato da Giorgia Meloni che in merito sta valutando delle possibili proroghe almeno per altri dodici mesi.