Quanto si perde sull’assegno INPS delle pensioni anticipate del 2021?

INPS

I lavoratori che si avvicinano sempre più all’età pensionabile si chiedono se non sia possibile anticipare di qualche anno l’abbandono dell’impiego. Ovviamente si chiedono anche quanto si perde sull’assegno INPS delle pensioni anticipate del 2021. E non si tratta certo di mera curiosità quella che spinge ad interrogarsi sull’ammontare dell’assegno pensionistico cui si avrà diritto. Risulta quanto mai legittimo assicurarsi che durante la terza età si possa godere di una somma di denaro sufficiente ad uno stile di vita decoroso. Dopo anni di duro lavoro la più parte dei contribuenti ha come obiettivo quello di sospendere l’attività lavorativa. Ma anche di trovare riposo accanto alla certezza di una sicurezza finanziaria tale da consentire di affrontare le spese della vecchiaia.

La preoccupazione maggiore che assale chi desidera l’anticipo pensionistico riguarda sostanzialmente l’ammontare del rateo previdenziale. Si teme non già di annoiarsi durante gli anni del pensionamento, quanto piuttosto di non avere risorse sufficienti. I nostri Esperti hanno fornito indicazioni su “Come andare in pensione prima senza penalizzazioni sull’assegno INPS”. Ciò nonostante, non tutte le categorie di lavoratori possono accedere alle misure previdenziali che garantiscono condizioni più o meno vantaggiose. Ecco perché conviene sapere quanti si perde sull’assegno INPS delle pensioni anticipate prima di inviare richiesta di trattamento previdenziale.

Quanto si perde sull’assegno INPS delle pensioni anticipate del 2021?

La riduzione dell’importo mensile spettante dipende dalla variazione dei coefficienti di trasformazione la cui validità si estende dal 1° gennaio 2021 al 2022. Quando si parla di coefficienti di trasformazione si fa riferimento all’adeguamento di alcuni parametri in relazione alla speranza di vita. Più aumenta la durata media della vita più occorre controbilanciare l’effetto positivo che ciò provoca sull’ammontare dell’importo previdenziale. Ne consegue che le penalizzazioni ricadranno sui lavoratori che rientrano nel sistema di calcolo contributivo.

Ciò perché, rispetto al meccanismo retributivo, il criterio contributivo determina margini di perdita sugli assegni dei beneficiari di trattamento pensionistico. Ad esempio il lavoratore che va in pensione nel 2021 con un pò di anticipo e, nello specifico, a 62 anni perderà 70 euro lordi su un rateo mensile di 1.500 euro. A parità di condizioni anagrafiche, chi dovrebbe percepire un assegno di circa 2.000 euro lordi subirà tagli di circa 94 euro su base annua. E così via in maniera progressiva secondo gli studi e le previsioni che la UIL ha diffuso in tempi recenti.

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