Quanto percepisce un lavoratore italiano che per 40 anni ha versato contributi?
L’assegno mensile gli consentirà di conservare un tenore di vita simile a quello che ha avuto nel corso della carriera lavorativa? O piuttosto converrebbe al contribuente smettere di lavorare e valutare piuttosto la possibilità di un prepensionamento? Nell’articolo “Con 20 anni di contributi a quanto ammonta la pensione?” abbiamo analizzato la situazione economica di chi ha una storia contributiva breve.
Adesso rispondiamo invece al lavoratore che si chiede quanto si percepisce di pensione con 40 anni di contributi. I dati che si possono fornire sono approssimativi e servono ad indicare grosso modo l’ammontare del rateo pensionistico. Valutiamo ad esempio il caso di un lavoratore che ha raggiunto 64 anni di età e ha una storia contributiva lunga 39 anni. Ipotizziamo che lo stipendio medio su base annua si attesti attorno ai 35mila euro. Si tenga conto anche della crescita della retribuzione che è pari al 2% in media all’anno.
Con 39 anni di contributi, di cui 17 secondo il sistema retributivo, l’assegno pensionistico lordo ammonterebbe a 1.330. Tale importo è il risultato dell’operazione di ricalcolo secondo il metodo contributivo. Ed è qui che appare evidente il margine di perdita del pensionato. A parità di età anagrafica e di numero di anni di contributi, il lavoratore percepirebbe 1.683 euro se si effettuasse il calcolo col sistema misto. Ne consegue che il rateo pensionistico mensile ammonterebbe a 1.168 euro.
Quanto si percepisce di pensione con 40 anni di contributi?
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Se si considera il sistema retributivo, l’importo della pensione aumenta in proporzione agli anni di servizio. Ciò perché la cifra che spetta al lavoratore corrisponde alla media degli stipendi che ha ricevuto negli ultimi anni della carriera. L’assegno pensionistico corrisponde al 2% della retribuzione pensionabile per cui un lavoratore con 40 anni di contributi riceverebbe un importo pari all’80%.
Nel sistema contributivo invece quel che conta è l’ammontare complessivo dei contributi che il lavoratore ha versato. La storia contributiva determina il cosiddetto montante contributivo che indica la somma dei contributi che il lavoratore possiede. Moltiplicando tale somma per i coefficienti di trasformazione del montante contributivo si ottiene l’importo dell’assegno pensionistico. Per facilitare le operazioni di calcolo l’Inps ha fornito agli utenti uno strumento utile che permette di prevedere indicativamente quanto il lavoratore percepirà una volta in pensione. Sul portale ufficiale dell’Inps potrete cliccare su “La mia pensione futura: simulazione della propria pensione” e inserire i dati che vi verranno richiesti.