Un lavoratore italiano che per ben 33 anni ha versato contributi ai fini della pensione percepisce un assegno dignitoso? Il suo tenore di vita gli consentirà dei margini di spesa sufficienti a provvedere ai bisogni di cura dell’età anziana? In un precedente articolo abbiamo chiarito al lettore “Quanto si percepisce di pensione con 40 anni di contributi?”. E 40 anni rappresentano certo una lunga carriera lavorativa a cui corrisponde un rateo pensionistico in grado di rassicurare chi si avvia alla vecchiaia.
Cerchiamo di capire quanto si percepisce di pensione con 33 anni di contributi per rasserenare anche il lavoratore che non ha un elevato montante contributivo. A volte può succedere che non si abbiano più energie fisiche e mentali per sostenere i ritmi serrati di una professione. Per molti contribuenti che magari hanno avuto problemi di salute di una certa rilevanza la pensione anticipata resta l’unica via percorribile. Non possiamo tuttavia negare che l’uscita anticipata dal mondo lavorativo che ha un effetto negativo sull’ammontare del assegno pensionistico.
Quanto si percepisce di pensione con 33 anni di contributi?
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Il lavoratore che accede alla pensione con soli 33 anni di contributi deve mettere in conto delle perdite sul rateo mensile. Poniamo il caso in cui abbia versato contributi per 33 anni e che 10 di questi ultimi vengano calcolati secondo il sistema retributivo. L’assegno pensionistico mensile del lavoratore che abbiamo preso in esame ammonterebbe al netto ad una cifra oscillante tra i 1.210 e gli 895 euro. In termini di perdite occorre valutare una percentuale pari al 31% sull’importo lordo e del 26% sull’importo al netto.
Se si considera l’aspettativa di vita di un pensionato ci si rende conto che il titolare dell’assegno arriva a perdere quasi 80mila euro. Quelli che forniamo in questa sede sono dati puramente indicativi che pur tuttavia consentono di avere un’idea per quanto vaga delle decurtazioni sulle pensioni.
Da una recente indagine che UIL-previdenza ha condotto sono emersi i margini di perdita che il pensionato subisce quando opta per il prepensionamento. Il ricalcolo del rateo pensionistico ha un’incidenza negativa che parte dal 15% e può arrivare al 30%. Ne consegue che ad esempio un lavoratore di 62 anni e con 35 anni di contributi avrebbe un introito inferiore del 26%.