In un’epoca di tassi a zero e di inflazione imperante, riuscire a non sbagliare è il primo imperativo di chi vuole investire.
In questa sede ci poniamo nei panni del risparmiatore che abbia della liquidità da gestire a lungo termine. Ed ipotizziamo sia indeciso sul da farsi in merito a due assets storici per eccellenza, ossia i titoli di Stato e l’investimento immobiliare.
Venendo al dunque ci chiediamo: ma quanto rende un investimento in BTP o nel mattone e cosa conviene di più?
I punti di comunanza tra BTP e mattone
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Si tratta di due assets completamente differenti ma che tuttavia presentano alcuni tratti in comune.
Tra questi, abbiamo innanzitutto la durata dell’investimento: in genere infatti si tratta di soluzioni di lungo respiro.
Altrettanto ricercata è la previsione di un flusso di incassi periodici, dal giorno dell’acquisto a quello del disinvestimento. Un immobile offre canoni d’affitto mensile, mentre un bond 2 cedole semestrali.
Infine, un altro elemento spesso ricercato chiama in causa la rivalutazione del prezzo dello strumento nel tempo. Il riferimento è all’aumento del prezzo degli immobili da un lato e all’apprezzamento del prezzo sul MOT dall’altro.
Gli elementi di divergenza
Come detto, gli elementi di distinzione tra i due assets abbondano.
Per i BTP i principali problemi rimandano innanzitutto al rating e quindi al rischio emittente. Ma anche all’andamento del livello dell’inflazione e alle oscillazioni di prezzo del bond sul mercato secondario, specie all’aumentare della durata del bond.
Non altrettanto trascurabili sono i rischi legati a un immobile. Si pensi a quello legato alla morosità di un inquilino o dell’usura a cui si espone l’appartamento. O a quello che ne discende da una scelta di un’area sbagliata della città in cui si decide di investire.
Un altro elemento chiave chiama in causa i tempi medi di acquisto e di smobilizzo dell’investimento.
Se per i titoli di Stato essi sono notevolmente ristretti, l’esatto opposto vale nel caso di un immobile. Qui infatti ci sono tutta una serie di costi (temporali e non) di cui occorre tenere in debita considerazione.
Dunque, quanto rende un investimento in BTP o nel mattone e cosa conviene di più
Come sempre non esiste risposta secca e univoca valida sempre e comunque.
In entrambi i casi il fattore tempo può dirsi relativamente spuntato giacché spesso si presenta essere medio-lungo. Gran parte della decisione gira quindi attorno alla propensione al rischio e al proprio obiettivo di partenza.
Per chi dispone di maggiore propensione al rischio, l’investimento in BTP potrebbe offrire (in teoria!) la possibilità di disinvestire in gain molto prima della scadenza. Il riferimento è al guadagno in conto capitale, in aggiunta al flusso cedolare.
Certo, in questo caso a fare la differenza è la scelta del prodotto “giusto”. Ad esempio chi ha investito nel recente BTP Futura 2037 sa bene che il bond non è mai andato sopra cento in circa 2 mesi di vita. Viceversa altri BTP, come quello di cui qui il link hanno ripagato molto bene già nel 1° anno di emissione.
Se invece la preferenza ricade sul volersi garantire un flusso costante di incassi, un immobile “giusto” oggi potrebbe anche rendere più di un BTP. Meglio: sono gli attuali rendimenti bassi dei titoli di Stato che rendono relativamente agevole la risposta.
Tuttavia, non vanno dimenticati i tanti rischi connessi agli investimenti immobiliari. Qui al link ne riportiamo alcuni e di cui occorre seriamente tenere in considerazione.