Quanto prendono di pensione sociale le donne senza contributi INPS con questi redditi coniugali?

INPS

Con l’arrivo dell’età pensionabile anche chi ha lavorato un’intera vita senza ricevere compensi economici ha diritto alla pensione. Allo stesso modo diventa titolare di trattamento previdenziale chi ha svolto attività lavorativa senza un contratto regolare. Gli anni di lavoro a nero non contano infatti ai fini pensionistici perché non risulta versata la contribuzione. Pertanto sia le casalinghe che le lavoratrici con buchi contributivi o senza copertura assicurativa possono percepire assegni previdenziali. I consulenti ricordano inoltre la possibilità di richiedere una pensione minima di oltre 500 euro con pochi anni di contributi in questi casi. Vi sono infatti particolari requisiti economici da rispettare per la richiesta di ulteriori somme di denaro sugli assegni pensionistici.

Inoltre è necessario possedere anche specifici requisiti anagrafici per avere accesso alle diverse misure previdenziali. E in aggiunta verificare quali sono le soglie di reddito che danno diritto ai ratei pensionistici. Pertanto bisognerebbe chiarire quanto prendono di pensione sociale le donne senza contributi INPS con questi redditi coniugali. E in prima battuta se alle donne conviene aspettare la pensione sociale INPS o pagare i contributi a Fondo casalinghe per ricevere assegni più alti. Con l’avanzare dell’età sarebbe infatti preferibile poter contare su entrate più corpose per meglio affrontare le eventuali spese di cura e di assistenza.

Quanto prendono di pensione sociale le donne senza contributi INPS con questi redditi coniugali?

Anche chi non ha mai percepito reddito da lavoro ha diritto ad un assegno sociale quando approda all’età pensionabile. L’importo del rateo che spetta può essere inferiore nel caso in cui i redditi personali o coniugali superino determinate soglie. E a tal proposito è lecito chiedersi se anche chi percepisce la pensione di reversibilità ha diritto all’assegno sociale. Quanto le due misure siano o meno cumulabili e quali sono i limiti reddituali da non superare per ottenere il riconoscimento della prestazione. L’INPS ha reso noto con la circolare 148/2020 che l’importo dell’assegno sociale nel 2021 è pari a 480,28 euro per 13 mensilità. Ma tale cifra indica l’importo massimo che l’Ente previdenziale eroga ai contribuenti che presentano redditi non oltre i 5.983,64 euro.

La soglia reddituale da non superare per accedere al trattamento pensionistico sale a 11.967,18 euro se il richiedente risulta sposato. Ne consegue che le donne sposate potrebbero subire tagli sugli assegni in proporzione ai redditi del marito. Pertanto la pensione arriva in misura ridotta ai  contribuenti coniugati che hanno redditi complessivi compresi fra l’importo dell’assegno e il doppio dell’assegno. In sostanza per calcolare l’importo spettante bisogna sottrarre la soglia limite di 11.967,18 euro al reddito coniugale e dividerlo per le 13 mensilità.

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