Il Comitato di Redazione risponde al contribuente che chiede: quanto prenderò di pensione INPS con uno stipendio lordo di 2.300 euro? La prima buona notizia raggiunge i lavoratori che hanno alle spalle una lunga carriera lavorativa. Chi arriva alla pensione dopo alcuni decenni di impiego continuo e senza interruzioni potrà sicuramente contare su un assegno previdenziale soddisfacente. L’importo del rateo INPS che riceverà sarà comunque più che dignitoso nonostante l’inevitabile riduzione della retribuzione pensionistica rispetto a quella derivante dallo stipendio.
La differenza fra l’importo dello stipendio e quello della pensione aumenta in presenza di 3 importanti fattori. L’uno riguarda il requisito anagrafico, cioè l’età in cui si invia all’Ente di previdenza sociale la domanda di pensionamento, L’altro invece dipende dal versamento dei contributi e quindi dalla consistenza del montante di contribuzione. L’ultimo fattore che determina il peso della retribuzione pensionistica coincide con l’ammontare dello stipendio medio.
Ne deriva che chi richiede il prepensionamento, ha pochi anni di contributi e produce redditi da lavoro bassi riceverà un assegno pensionistico molto modesto. Quanto prenderò di pensione INPS con uno stipendio lordo di 2.300 euro è pertanto la domanda che si pone il lavoratore a fine carriera. Leggendo “A quanto ammonta la pensione di un lavoratore con 43 anni di contributi INPS?” avrete idea dell’importanza dell’anzianità contributiva.
Quanto prenderò di pensione INPS con uno stipendio lordo di 2.300 euro?
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Uno stipendio lordo di 2.300 euro corrisponde ad un reddito da lavoro annuo di 30mila euro. Un lavoratore che percepisce una retribuzione mensile di circa 2300 euro lordi può preventivare un importo pensionistico pari a 21.900 euro su base annua. Spalmando tale somma di denaro su 13 mensilità si ottiene un rateo mensile che si attesta attorno ai 1.680 euro. Come si giunge a determinare con buona approssimazione l’ammontare della pensione? Si devono anzitutto considerare i 3 fattori di cui sopra, ovvero età anagrafica di accesso al trattamento, montante contributivo e ultimi stipendi. Nel calcolo dell’assegno pensionistico confluisce inoltre il tasso di sostituzione che attualmente si attesta attorno al 70% e che subisce frequenti oscillazioni. Il tasso di sostituzione indica la differenza fra quanto si percepisce di pensione e l’importo degli ultimi stipendi.