Quando il compagno di un’intera vita viene meno il coniuge superstite riceve un assegno pensionistico il cui importo non è fisso. La prestazione economica può essere più o meno rilevante a seconda di alcuni fattori fondamentali. Primo fra tutti la presenza all’interno del nucleo familiare di figli che ancora non hanno raggiunto l’autonomia finanziaria. O talvolta di un soggetto disabile fiscalmente a carico del defunto a cui quindi il nostro Stato assistenzialista continua ad assicurare mezzi di sussistenza. In alcune circostanze inoltre si possono richiedere alcuni arretrati o integrazioni economiche a seconda della fascia di reddito. Non tutti sono forse a conoscenza che spettano 280 euro in più sulle pensioni di reversibilità alle vedove con questi requisiti INPS.
L’importo dei ratei previdenziali aumenta nella misura in cui il beneficiario del trattamento deve eventualmente farsi carico del mantenimento dei figli. Ma di quanto diminuisce nel caso in cui il coniuge superstite produce redditi da lavoro? E nello specifico quanto prende di reversibilità la vedova che lavora o percepisce già la pensione? Possiamo ipotizzare seppur in modo approssimativo quanto percepisce di pensione di reversibilità la vedova con redditi inferiori a 25.000 euro. Il calcolo delle riduzioni avviene infatti in base a specifiche fasce di reddito per cui è sufficiente conoscere l’ammontare complessivo della propria situazione reddituale. Di qui diventa semplice ad esempio determinare con quale reddito si ha diritto al 75% e al 60% della pensione di reversibilità che l’INPS eroga ai superstiti.
Quanto percepisce di pensione di reversibilità la vedova con redditi inferiori a 25.000 euro?
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Anzitutto bisogna ricordare che l’assegno pensionistico di reversibilità non subisce tagli se il reddito del coniuge superstite non supera i 20.107,62 euro annui. Inoltre secondo quanto si legge nella circolare INPS 185/2015 non rientrano nel computo dei redditi il Tfr, il reddito dell’abitazione ed eventuali arretrati.
Parimenti da escludere ai fini del calcolo reddituale sono gli assegni di accompagnamento, di invalidità, gli assegni sociali e le rendite Inail. In base all’aggiornamento dei limiti reddituali 2021 la pensione di reversibilità diminuisce del 25% se il reddito supera i suddetti 20.107,62. E nello specifico la riduzione di un quarto dell’assegno vale per redditi che comunque non superano la soglia di 26.810,16 euro. Al di sopra di quest’ultima soglia e fino a 33.512,70 euro infatti i tagli sull’ammontare del rateo previdenziale salgono al 40%.