Il settore previdenziale è in costante evoluzione. Spesso però senza una direzione chiara, con la conseguenza che è molto difficile stimare data ed importo di una futura pensione. Le forze politiche utilizzano infatti l’argomento pensioni per finalità elettorali. Le parti sociali fanno spesso opposizione ferrea a qualsiasi proposta di riforma stabile. Pensionati e lavoratori cercano quindi di avere chiarezza, ma l’unica certezza è che l’INPS calcolerà le nuove pensioni con il metodo contributivo. Quota 100 sembra destinata a concludersi senza alcun rinnovo lasciando di nuovo spazio alla riforma Fornero. In un recente articolo abbiamo parlato della possibilità di introdurre Quota 98. Ma non mancano ipotesi di Quota 99, 101 o 102. Insomma, la confusione regna sovrana. In questo articolo cercheremo di fare chiarezza e di rispondere ad una domanda di molti Lettori. Quanto percepirò di pensione con 28 anni di contributi?
Un rapporto tra età anagrafica ed anzianità contributiva
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Come abbiamo visto, sappiamo con certezza che le future pensioni seguiranno il metodo di calcolo contributivo. Ovvero, l’importo della pensione sarà proporzionale ai contributi effettivamente versati. Aumenterà sicuramente anche la differenza tra l’ultimo reddito percepito dal lavoratore e l’importo della sua pensione. Per capire quanto percepirò di pensione con 28 anni di contributi dobbiamo quindi conoscere due aspetti fondamentali. L’età del richiedente e l’importo dei contributi versati. Solo in questo modo la simulazione sarà attendibile. Abbiamo preso in esame le caratteristiche di un Lettore che ci ha chiesto quando e con che importo potrà andare in pensione. Nato nel 1954, è un lavoratore dipendente con un reddito annuo lordo di 25.000 euro. Abbiamo effettuato una simulazione sulla base dei dati forniti. Come ci aspettavamo l’aspetto che salta subito all’occhio è che il futuro reddito sarà molto più basso dello stipendio attuale.
Quanto percepirò di pensione con 28 anni di contributi?
La buona notizia per il Lettore è che ha quasi maturato i requisiti per richiedere la pensione di vecchiaia. Tra circa tre mesi, infatti, al compimento del sessantasettesimo anno di età, l’INPS gli riconoscerà il diritto al pensionamento. Il lavoratore, infatti, ha iniziato a lavorare e versare contributi all’inizio del 1990. Ha quindi maturato 1.456 settimane di contribuzione e soprattutto l’età anagrafica per il trattamento di vecchiaia. Per quanto riguarda l’importo della pensione, abbiamo effettuato una stima dei contributi versati dal 1990 ad oggi. La base di calcolo è un reddito di partenza di 35 milioni di lire, rivalutato costantemente fino a raggiungere i 25.000 euro annui odierni. La pensione annua lorda sarà quindi pari a circa 11.784 euro. Meno della metà dello stipendio attuale. Questi calcoli dimostrano ancora una volta l’importanza che la previdenza integrativa assumerà nei prossimi anni.