Quanto paga l’INPS per l’indennità di malattia? Questa è una domanda che ricorre frequentemente tra i lavoratori che, a causa di un malessere, sono costretti a prendere dei giorni di congedo lavorativo. La presente guida vi illustrerà i principali criteri per il calcolo dell’indennità di malattia che spetta al lavoratore dipendente.
I giorni di malattia sono retribuiti?
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Avete un grave malessere che ci impedisce di recarvi normalmente a lavoro. La visita del medico si conclude con la prescrizione di alcuni giorni di malattia affinché possiate stare a casa e curarvi adeguatamente. In questi casi, quanto paga l’INPS per l’indennità di malattia e per quanto tempo è valida l’erogazione? Secondo quanto prevede l’art. 2 della Legge 663/1979, l’assenza per malattia rientra tra le generalità dei casi di assenze dal lavoro retribuite. Si considera malattia la condizione di colui che è temporaneamente impossibilitato a svolgere l’attività lavorativa in un arco determinato di tempo. In base a questi requisiti, il calcolo dell’indennità di malattia INPS varia secondo alcuni fattori che riguardano l’inquadramento lavorativo e il settore di attività.
Per quali lavoratori l’INPS paga l’indennità di malattia
Un primo punto da chiarire riguarda chi e quanto paga. Nella generalità dei casi, per i primi 3 giorni di malattia, che si definiscono “periodo di carenza”, il pagamento è carico del datore di lavoro. È possibile che il pagamento subisca una riduzione dall’importo totale in ragione di quello che stabilisce il contratto collettivo nazionale di categoria. Per quanto riguarda l’INPS; invece, è opportuno precisare che l’Istituto di Previdenza non corrisponde tutte le indennità. Infatti, i lavoratori che ricevono il pagamento dall’INPS sono:
a) gli impiegati del settore terziario che rientrano nel settore dei Pubblici Esercizi, Studi professionali, Commercio, Servizi di culto;
b) gli operai;
c) gli apprendisti lavoratori.
Il periodo massimo di indennizzo malattia da parte dell’INPS corrisponde a 180 giorni durante l’arco dell’anno civile. In questi casi, il pagamento dell’indennità scatta a partire dal 4° giorno. È importante sottolineare se il periodo di malattia si trova a cavallo tra due anni, allora il termine dei 180 giorni scatta nuovamente nell’anno successivo. Si escludono dal pagamento le giornate festive e le domeniche.
Quanto paga l’INPS per l’indennità di malattia?
Sulla base di tale presupposti, quanto corrisponde l’INPS per malattia? Le regole sul calcolo dell’indennità si applicano nel seguente modo:
a) per i giorni di malattia che vanno dal 4° al 20°, si calcola il 50% della retribuzione media giornaliera;
b) dal 21° al 180° giorno di malattia, spetta il 66,66% delle retribuzione media giornaliera;
c) nel caso di dipendenti di pubblici esercizi o dei laboratori di pasticceria, l’indennità corrisponde all’80% della retribuzione media giornaliera. Questa regola vale dal 4° al 180° giorno di malattia.
Tali quote si riducono di 2/5 se l’ammalato è in ricovero ospedaliero e non ha familiari a proprio carico. Il giorno delle dimissioni dall’ospedale, invece, si indennizza senza riduzioni.
Il calcolo della retribuzione media giornaliera segue regole specifiche in base alla tipologia di inquadramento e al contratto collettivo nazionale.
Per sapere come ricevere gratuitamente il versamento dei contributi INPS in caso di malattia, è possibile consultare l’approfondimento qui.