I titoli di Stato sono sempre più spesso nel portafoglio dei risparmiatori italiani. Ad esempio nell’ultimo collocamento del BTP Italia svoltosi da lunedì 6 a mercoledì 8 marzo, il MEF ha raccolto 8,5 miliardi di euro. Parimenti è arrivata la conferma del tasso di interesse annuo lordo al 2%, che si somma alla rivalutazione del capitale e al premio fedeltà finale (non per tutti).
Il panorama dei titoli di Stato va tuttavia ben oltre quelli indicizzati all’inflazione.
Tra le obbligazioni ordinarie abbiamo in primis quelle a cedole fisse e costanti staccate ogni 6 mesi, che sono la maggioranza di quelle oggi in circolazione. Poi vi sono bond a cedole fisse e crescenti nel tempo come nel caso dei BTP Futura (stessa struttura dei rendimenti per molti buoni postali). Poi ci sono quelli del tutto privi di cedola, gli zero coupon, e il riferimento è ai Buoni Ordinari del Tesoro.
Ora, qualunque sia lo strumento posseduto, il piccolo risparmiatore quasi sempre si pone una domanda cruciale. Ossia, ma quanto mi accreditano sul conto corrente alla scadenza di BOT o BTP e titoli di Stato? Un legittimo interrogativo che nasce spesso dalla lettura della dicitura: rimborso alla pari.
Il periodo di maturazione di un’obbligazione
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Per comprendere cosa succede “alla fine” vediamo quello che succede “all’inizio”. In parole semplici, un’obbligazione è un prestito di denaro verso il soggetto che l’ha emessa. Nel caso specifico di quelli emessi dal Dipartimento del Tesoro del MEF si parla appunto di titoli di Stato.
L’emittente utilizza il denaro raccolto dal collocamento del bond per finanziarsi ed portare avanti i suoi programmi. Inoltre s’impegna al riconoscimento di un interesse periodico (nel caso dello Stato, di solito ogni 6 mesi) e al rimborso del capitale a scadenza. Ovviamente l’interesse offerto e la “sicurezza” dell’investimento in sé dipendono dalla solidità economica del debitore (in gergo: rating).
Pertanto, la scadenza del titolo comunicata in emissione decreta anche il termine dell’investimento.
Ma in definitiva, quanto mi accreditano sul conto corrente alla scadenza di BOT o BTP e titoli di Stato?
Al pari di un qualunque prestito, alla sua scadenza il titolare del bond ha diritto al rimborso del capitale. Tuttavia, il valore di rimborso in genere coincide con il suo valore nominale del titolo, detto anche valore di facciata. Di solito esso è pari a 100, o comunque è sempre indicato nel regolamento del prestito. Ecco da dove deriva la dicitura “rimborso alla pari”: il bond nasce a 100 e muore a 100.
Per i BOT il rendimento è dato dal c.d. scarto di emissione, cioè la differenza tra il proprio prezzo di acquisto o sottoscrizione e quello finale (100).
E nel caso dell’acquisto di un titolo di Stato sul mercato secondario, e quindi a un prezzo quasi sicuramente diverso da 100? Anche qui il valore di rimborso finale sarà sempre pari a quello nominale. Per cui se l’acquisto è avvenuto a un prezzo inferiore a quest’ultimo, il risparmiatore consegue anche un guadagno in conto capitale (plusvalenza). Nel caso contrario, invece, parleremo di una perdita in conto capitale (minusvalenza).