Finite le feste, in questo caso quelle estive, è tempo di ripartire in quinta. Anzi, con un rendimento al 5% annuo per il prossimo lustro così da non bruciare neanche 1 euro della liquidità disponibile. Tuttavia, tra tasse al Fisco e commissioni all’intermediario il netto percepito al termine di un investimento è diverso dal tasso pubblicizzato. Nulla di nuovo sotto il sole e tutto rientra nella logica delle cose. Al riguardo, per esempio, quanto incasso realmente a scadenza se dopo Ferragosto investo 5.000 euro al 5% a 5 anni sul miglior conto deposito?
Si parte sempre dal lordo, com’è giusto e naturale che sia, ma alla fine è il netto quello che nei fatti arriva nelle tasche del risparmiatore. Vediamo quindi di quali cifre si parla effettivamente ipotizzando un capitale di modeste dimensioni.
Gli strumenti di investimento sul reddito fisso
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Per chi rifugge gli strumenti d’investimento speculativi e possiede una scarsa propensione al rischio, la risposta giusta potrebbe passare dal reddito fisso. Cioè prodotti in cui l’emittente paga un rendimento noto in partenza e che può essere fisso e costante o crescente o variabile a seconda del prodotto di turno. Ad ogni modo l’emittente s’impegna al rimborso del capitale a scadenza e a volte anche durante il periodo di maturazione.
I principali strumenti che rientrano nella famiglia del reddito fisso riguardano i titoli di Stato, i prodotti del risparmio postale e i conti deposito. Ognuno di essi ha dei pro e dei contro (spese, certezza del capitale, tempi dell’accredito interessi, etc) che a volte possono fare più differenza dello stesso rendimento offerto.
Quest’ultimo, in generale, oggi è mediamente e relativamente interessante. Dopo il biennio Covid in cui si erano ridotti al lumicino la situazione è finalmente migliorata.
Il conto deposito: punti di forza e di debolezza
Il conto deposito (CD) è uno speciale conto bancario in cui le somme ivi presenti fruttano un rendimento maggiore rispetto alle somme libere. Tuttavia, esso varia sia in base al tempo del deposito quanto alla tipologia del deposito attivato. Quelli vincolati rendono più di quelli liberi, in cambio però della rinuncia alla disponibilità del capitale prima della scadenza. A volte tale libertà è fatta salva anche nei prodotti a vincolo, in cambio di qualche penale sul lato degli interessi.
Ora, si è sempre e in tutti i casi disposti a non toccare il capitale fino a scadenza pur di conseguire un robusto rendimento finale? Si tratta di valutazioni personali che variano da caso a caso e a volte anche da un vincolo a un altro. Quanto incasso realmente a scadenza s einvesto in un conto deposito al 5% a 5 anni?
Il CD necessita di un c/c tradizionale in qualità di conto d’appoggio per movimentare le somme in entrata e in uscita. Il CD in genere può essere alimentato a proprio piacimento, mentre non consente di prelevare più della liquidità ivi presente. Un altro punto di forza dello strumento è che in genere è privo di costi di gestione dall’apertura a chiusura, eccettuo le spese di natura fiscale. Vale a dire la ritenuta fiscale del 26% sugli interessi attivi e l’imposta di bollo del 2×1.000 della somma vincolata. Quest’ultima, infatti, non va calcolata sula guadagno generato ma è proporzionale alla somma depositata.
Quanto incasso realmente a scadenza se dopo Ferragosto investo 5.000 euro al 5% a 5 anni sul miglior conto deposito?
Ora, sul mercato non mancano prodotti che arrivano a rendere a scadenza il 5% annuo lordo (3,70% netto) su un deposito a vincolo a 60 mesi. Il tasso lordo non è male, il che non equivale a dire che sia il migliore tasso in assoluto che vi sia sul mercato. Tempo, rischio e rendimento sono (alcune delle) valutazioni strettamente personali. Qui vediamo solo quanto fruttano e stop.
Ipotizziamo ora di investire 5mila euro a 5 anni su un CD privo di costi di gestione. Quanto renderebbe a scadenza? Il guadagno netto finale (della sola ritenuta fiscale) sarebbe di 925 €, più o meno 185 €/annui. Quanto all’imposta di bollo (nel nostro caso all’incirca 50 €), tutto dipende se è a carico del cliente o se l’assolve la banca al posto del cliente.