Oggi ricorre il 1° mese da quando il BTP Valore 2028 è negoziato sul mercato secondario, il MOT. Il bond ha infatti data di regolamento e godimento al 10 ottobre 2023, esattamente un mese fa. A metà giugno (il 13), invece, fu la volta del BTP Valore 2027. Ora, quanto ha guadagnato in poche settimane chi ha investito i risparmi nel BTP Valore 2028 o nel BTP Valore 2027?
Si tratta di obbligazioni appartenenti a una nuova famiglia di titoli di Stato con caratteristiche tutte proprie. Nei momenti antecedenti al loro lancio se ne diede ampio risalto, poi son caduti nel ‘dimenticatoio’. Concentriamoci sulle dinamiche dei prezzi e vediamo come si sono comportati sul mercato a distanza di settimane dai rispettivi lanci.
Quanto rende oggi il 2027?
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Il BTP Valore 2027 ha una durata quadriennale divisa in due bienni, ognuno dei quali con un proprio tasso. Esso è del 3,25% per il 1° e 2° anno, sale al 4,00% (sempre lordo) per il 3° e 4°. La periodicità della cedola è semestrale, per cui l’accredito in conto arriva ogni 13 di dicembre e giugno. La scadenza è invece per il 13 giugno 2027, al termine del quale giungerà anche il premio fedeltà dello 0,50% lordo sul nominale sottoscritto. Tuttavia, esso è riservato solo ai sottoscrittori della prima ora.
Ora, quanto prezza sul secondario? Ieri il titolo ha chiuso le contrattazioni a 99,09 centesimi, quasi l’1% di perdita potenziale sul valore di emissione. Cioè accuserebbe una perdita sul capitale investito il risparmiatore della prima ora che decidesse di rivendere il bond a questi prezzi. Nessun problema, invece, per il cassettista che lo porta a scadenza, in quanto il rimborso finale avverrà a 100, pari al valore di carico.
Ancora, nei suoi primi 5 mesi di vita ha segnato un prezzo massimo e minimo pari a, nell’ordine, 100,41 e 97,36 centesimi. Pertanto il rendimento ponderato annuo oggi è di una spanna maggiore rispetto a chi ha comprato il BTP a giugno, in emissione.
Il Buono del Tesoro poliennale Valore 2028 con tassi fissi e crescenti
Quanto ha guadagnato in poche settimane chi ha investito i risparmi sui BTP? Stiamo cercando di capire quanto ha guadagnato in poche settimane chi ha investito i risparmi nel BTP Valore 2028 o nel BTP Valore 2027.
Agli inizi del mese scorso, invece, c’è stato il collocamento dell’omologo titolo ma di durata quinquennale. Qui il MEF ha stabilito un primo step triennale con tasso annuo lordo del 4,10% e un biennio successivo con cedole al 4,50%. Inoltre le cedole hanno una periodicità trimestrale, una novità assoluta per i BTP. A scadenza (10 ottobre 2028) arriverà anche il premio fedeltà dello 0,50% sul nominale iniziale sottoscritto, per chi avrà comprato il bond in emissione e tenuto fino al termine.
Veniamo ora alle quotazioni. Ieri il titolo ha chiuso a 101,05 centesimi, in pratica un potenziale rialzo dell’1,05% in appena 1 mese di scambi. Non solo, ma c’è da dire che il bond ha fatto di meglio segnando un massimo a 101,47, mentre il minimo è stato di 99,84. L’insieme di questi dati ci portano quindi a delle conclusioni invertite rispetto al caso precedente.
Quanto ha guadagnato in poche settimane chi ha investito i risparmi nel BTP Valore 2028 o nel BTP Valore 2027?
Come mai queste apparenti divergenze di trend e rendimenti? La risposta sarebbe relativamente semplice. Le due emissioni sono avvenute in contesti di mercato molto differenti, con la seconda sicuramente più svantaggiosa per l’emittente.
Tra giugno e ottobre c’è stato che nel frattempo sono saliti sia i tassi BCE che lo spread per le tensioni intorno alla stesura della Legge di Bilancio. Inoltre con l’autunno si è fatto più pressante il fiato sul collo per il giudizio sul debito pubblico in arrivo dalle agenzie di rating. Al riguardo ricordiamo che oggi arriverà (a mercati chiusi) quello di Fitch mentre venerdì prossimo sarà la volta di Moody’s.
Più in generale, l’andazzo differente di queste due emissioni apparentemente similari confermano che rischio e rendimento vanno a braccetto. Ancora, che i tempi migliori per fare l’”affare” sul reddito fisso sono quando spread e/o inflazione e/o tassi sono ai loro massimi di periodo. Non solo, ma che da lì a breve se possa prevedere anche una loro possibile discesa futura.
È quanto si augurano sia l’emittente che il sistema Italia nel suo complesso, “meno” invece gli investitori in bond di Stato. Nulla di nuovo sotto il sole! Da che Mondo è Mondo, infatti, domanda e offerta tirano sempre acqua al proprio mulino.