La vita è fatta di scelte, dalle più banali alle più impegnative, dalle ordinarie a quelle comandate. Anzi, a dirla tutta la vita è una vera e propria sequenza di scelte, anche quando non ne ce ne accorgiamo! Al riguardo, quanto guadagno se investo 8.000 euro per 3 anni sul buono postale o sul miglior BTP?
Aldilà del rendimento, infatti, vi sono altri fattori che potrebbero aiutare a scegliere con maggiore consapevolezza.
Cosa scegliere tra buoni fruttiferi e titoli di Stato
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Di certo c’è che entrambi i prodotti godono della garanzia dello Stato. Quindi si può dire che il grado di rischio insito nei 2 strumenti è abbastanza omogeneo. Oltretutto uno dei parametri chiave, la durata complessiva dell’investimento, non solo è (quasi) identica, ma è corta con riferimento al BTP. È risaputo, infatti, che i c.d. titoli lunghi soffrono delle forti escursioni di prezzo al variare dei tassi, per cui sono più rischiosi.
Un altro tratto di comunanza passa per la componente fiscale. In entrambi i casi la ritenuta fiscale sugli interessi è al 12,50% e sono esenti dalle imposte di successione. L’imposta di bollo, infine, si applica nei casi, modi e tempi previsti dalla Legge.
Quanto alle commissioni, esse sono del tutto assenti nei buoni postali mentre incidono variamente sui titoli di Stato. Qui tutto dipende dalle condizioni economiche previste dal proprio intermediario.
Quanto guadagno se investo 8.000 euro a 3 anni sul buono postale o sul migliore BTP?
Sulla durata a 36 mesi, il buono 3 anni Plus potrebbe fare al caso. Il risparmiatore ha modo di investire a 3 anni pur conservando intatta la facoltà di rimborsarlo anzitempo, all’occorrenza, ma sempre entro i termini di prescrizione. Il buono offre rendimenti fissi e quello annuo lordo a scadenza è del 2,00%, l’1,75% netto. Al termine dei 36 mesi, quindi, il capitale iniziale investito andrà moltiplicato per 1,06120800 e 1,05355700 per ottenere il montante lordo e al netto della ritenuta.
Potenzialmente più variegata, invece, la scelta legata al titolo di Stato. Sull’orizzonte a 3 anni si può optare tra diversi titoli oggi disponibili e quotati sul MOT, il mercato dei titoli di Stato. Ad esempio il BTP con ISIN IT0005370306 scade il 15 luglio 2026, mentre quello con ISIN IT0005454241 termina il 1° agosto 2026.
Anche i rendimenti bene o male si eguagliano. Il titolo più corto rende circa il 3,22% netto, l’altro il 3,33%.
Quando scegliere il buono e quando (e quale?) il titolo poliennale
Veniamo ora al confronto tra queste potenziali scelte e di capire quando optare per l’una o l’altra soluzione. Cioè cerchiamo di capire quali potrebbero essere le possibili strategie operative.
Patiamo dai 2 titoli di Stato, che abbiamo visto offrono quasi lo stesso ritorno netto finale. Tuttavia, c’è una grande differenza che contraddistingue i due bond.
Il titolo con ISIN IT0005370306 ha una cedola lorda del 2,10% e un prezzo di mercato (chiusura di venerdì) a 95,86 centesimi. In pratica il risparmiatore si assicura una discreta cedola annua fino a scadenza più una plusvalenza finale. Il bond più lungo, invece, prezza 89,89 (prezzo di chiusura di venerdì) e ha una cedola dello 0,00%, per cui il rendimento sta tutto nell’apprezzamento del titolo. In sostanza sarebbe più adatto a chi ha una maggiore propensione al rischio o vuol investire su un titolo a forte sconto (in rapporto alla durata residua).
Il buono postale offre di meno rispetto ai BTP ma ha un enorme vantaggio che i primi non hanno. In qualunque momento (entro prescrizione) il risparmiatore ha sempre la certezza di riavere indietro il capitale nominale iniziale. Gli interessi netti, infatti, vengono riconosciuti solo a scadenza. In pratica il buono è più adatto a chi non ha la certezza assoluta di portare a termine l’investimento e vuole essere sicuro di poter contare sempre sul capitale di partenza.