In questi ultimo decenni gli stipendi in Italia sono cambiati e i dati ISTAT lo confermano. Il problema del lavoro per i giovani è sempre rimasto attuale e il fatto che il potere d’acquisto in alcuni momenti sia crollato ha creato non pochi problemi. Esaminiamo la situazione.
Negli ultimi anni il dibattito sul lavoro giovanile e sulla disoccupazione che è sempre stato centrale in Italia ha assunto toni ancora più accesi. La Camera di Commercio di Firenze ha stilato qualche anno fa un rapporto in cui è stato messo in evidenza come i profili ricercati dalle imprese italiane siano medio alti, in possesso di lauree specifiche e con specializzazioni ben indentificate.
Oggi secondo l’ISTAT lo stipendio medio in Italia è di 1.500 euro, secondo il rapporto ISTAT richiesto dal governo italiano nel 1960, lo stipendio medio di un impiegato comunale era di 47 mila lire. Sempre secondo l’ISTAT le 47 mila lire di allora corrisponderebbero a 640 euro di adesso. A cambiare notevolmente è stato il potere di acquisto dell’euro nei confronti della lira dell’epoca.
Prezzi e paragoni
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Quanto guadagnavano i giovani negli anni 60? Abbastanza per rendersi indipendenti, cosa che oggi non è per niente scontata. Nel 1960 un chilo di pane costava 110 lire, che corrispondono a 1,49 euro oggi. Un affitto in un quartiere sicuro a Firenze nel 1960 costava 12 mila lire che corrispondono a 163 euro di adesso. Comprare casa nello stesso quartiere costava 4 milioni di lire che corrispondono a 110 mila euro oggi. Comprare un’utilitaria costava 450 mila lire, cioè 6 mila euro oggi che una Panda ne costa 14 mila.
L’affitto influenzava le spese dei giovani per il 25% del reddito, oggi incide per il 68%. Questo l’effetto che l’inflazione ha avuto sulle nostre vite e sulla possibilità per i giovani di crearsi una famiglia. L’ultimo anno in cui cominciare a lavorare poteva dirsi una fortuna è il 1975, da lì in avanti la linea di crescita degli stipendi diventa rossa. Molto rossa per i giovani laureati che hanno cominciato a lavorare tra il 1985 e il 2004. Questi sono i dati della Banca d’Italia che riguardano però solo gli uomini i cui emolumenti hanno subito minori mutamenti rispetto alle donne.
Quanto guadagnavano i giovani negli anni 60 e la situazione europea
L’Italia purtroppo sarebbe l’unico Paese OCSE in cui i lavoratori guadagnano meno di 30 anni fa mentre il costo della vita è aumentato. Questo sarebbe secondo esperti e sociologi il motivo principale per cui i giovani creano meno famiglie, non fanno figli e la popolazione italiana invecchia. Germania e Francia hanno stipendi più alti del 30% e anche la Spagna è avanti a noi. La pandemia non ha inciso su questi andamenti. Anche solo tornando indietro al 1990 si può dire con certezza che si viveva meglio, il calo annuale degli stipendi è stato del 2,9% annuo.
Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro la pandemia ha abbassato i salati europei peggiorando le condizioni di vita dei lavoratori. Ma questo è dovuto al taglio delle ore lavorative per via della crisi. In Italia invece i dati sono da collegare a un andamento strutturale che naturalmente è più grave. Il Lussemburgo sarebbe il Paese in Europa in cui i salari sono più alti. È triste vedere con i nostri occhi la lista dei Paesi OCSE che hanno tutte linee positive nella crescita salariale e all’ultimo posto in solitaria vedere il nome dell’Italia, unica linea in negativo.