Lo Stato romano si è consolidato nell’area europea tra il I secolo a.C. e il XV secolo. La sua fondazione è collocata nel 27 a.C con il Principato di Augusto mentre la fine per convezione si considera il 476. Naturalmente questa è la data della fine dell’Impero di Occidente con la deposizione di Romolo Augusto da parte di Odoacre. La storia di Roma è molto affascinante soprattutto per quanto riguarda le ricchezze, l’opulenza e la scintillante bellezza che il Regno ha avuto in tutti quegli anni.
L’economia dell’Impero Romano era basata essenzialmente sulle conquiste militari che portavano derrate e ricchezze dalle varie provincie verso l’opulento e sprecone centro. Cioè la città vera e propria. Per fare questo era necessario investire nell’esercito e le somme sborsate non erano indifferenti. Al tempo del massimo splendore il frumento che arrivava in città equivaleva a 3,5 milioni di quintali e circa 300 mila persone vivevano grazie alla distribuzione gratuita.
Per fare questo, ma anche tanto altro, era fondamentale il lavoro dell’esercito. Nel 14 d.C l’esercito costava 123 milioni di denari mentre il PIL era di 5.000 milioni di denari, il costo dell’esercito equivaleva al 2,5% del Pil. Nel 150 d.C il PIL era salito a 5.600 milioni di denari e l’esercito costava il 2,9% del PIL cioè 194 milioni di denari. Con la crisi che già nel 215 d.C era presente il costo dell’esercito aveva raggiunto il 4,1% del PIL e l’Impero contava 50 milioni di abitanti. Un denaro corrispondeva a 4 sesterzi, un sesterzio era formato da 4 assi e con un asse si poteva fare una piccola spesa. Un asse equivaleva all’incirca a 0,5 euro, un sesterzio equivaleva a 2 euro.
I milionari in città
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Quanto era ricco l’Impero Romano si può denotare dalla cospicua presenza di milionari in città ma anche dalle enormi differenze tra ricchi e poveri. Tra i più ricchi c’erano Plinio con 200 milioni di sesterzi e un certo Trimalcione con un patrimonio di 30 milioni di sesterzi. L’Imperatore aveva 500 milioni di sesterzi di patrimonio, ma la ricchezza si considerava anche tramite il numero di schiavi. Averne uno significava essere povero e per essere benestanti era necessario averne più di 2.
Il declino dell’Impero Romano secondo gli storici è stato causato da una concomitanza di elementi. Il declino dell’efficienza dell’esercito, la salute generale, la diminuzione della popolazione, l’incompetenza degli Imperatori, le lotte interne di potere. Sono stati tutti motivi validi. Presenti insieme hanno decretato la rovina di Roma, ma i motivi di origine economica hanno rappresentato la vera svolta perché le sfide date dai cambiamenti sociali ed economici che gli Imperatori non hanno saputo affrontare hanno fatto affondare definitivamente la città e l’Impero.
Quanto era ricco l’Impero Romano ma quanto era pure fragile
Il calo demografico dell’Impero Romano è stato un elemento decisivo ma anche inevitabile. Le lunghe guerre, le carestie e le epidemie hanno portato la popolazione da 60 milioni a 50 milioni e questa differenza è pesata non poco. Già allora l’economia era legata alla demografia e questo la dice lunga sui problemi che il nostro Pianeta ha avuto fin dalle origini, problemi che nessuno finora ha saputo risolvere.
La crisi economica è stata una crisi di produzione nelle campagne in cui si è verificato un esodo non indifferente. Ma gli stessi contadini fuggiti dalle campagne verso le città sono stati poi costretti a lasciare le città per via delle continue invasioni dei barbari. In uno stato di incertezza tale anche il commercio è entrato in crisi. E quando l’inefficienza dell’esercito non ha più garantito gli introiti soliti e le lotte interne si sono esacerbate allora le minacce esterne sono diventate letali. Il fatto che ci fossero pochi ricchi che vivevano con i privilegi e tantissimi poveri che faticavano a mangiare è stato determinante per lo scollamento della società e per la caduta dell’Impero. E questo dovrebbe proprio servici da lezione.