Il vero segreto del trading e degli investimenti non solo si racchiude nell’asset allocation, nel tempo, ma anche nel money management. Ovvero quanto si rischia e investe per operazione. Quando si destina o meno agli investimenti più rischioso e a quelli meno. La percentuale di perdita che si è disposti ad avere per ogni singola operazione o per più operazioni consecutive. Oggi vogliamo evidenziare un aspetto che molto spesso viene sottovalutato per un’asset allocation di lungo termine: nel definire una strategia investimento non è importante la performance media annua, ma quante volte si ha un rendimento negativo. Quanto è importante ridurre la probabilità che un investimento sia negativo nel definire una strategia operativa?
Un esempio pratico interessante che rende perfettamente l’idea e cosa attendere
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A titolo di esempio consideriamo due investitori con portafogli diversi e aventi i seguenti rendimenti:
1. ogni anno l’investimento rende il 10%;
2. un anno l’investimento rende -10%, l’anno successivo +30% e così via.
In entrambi i casi il rendimento medio è del +10%, ma 10.000 € investiti nei due portafogli nel primo caso sono diventati, dopo 5 anni, 16.105 € e 12.320 €, rispettivamente. Una bella differenza di rendimento. A cosa è dovuta e come regolarsi?
Quanto è importante ridurre la probabilità che un investimento sia negativo nel definire una strategia operativa?
Qual è la lezione che si può ricavare da questo esempio? Non bisogna guardare al risultato medio annuo, ma al rendimento anno per anno. Facciamo un esempio concreto e guardiamo al rendimento dell’indice Dow Jones nel quinquennio 1999-2003. Il rendimento medio annuo è del 2.8%, sul quinquennio del 13.9%. Ciò vuol dire che alla fine del quinquennio 10.000 € sarebbero diventati 11.390, con un rendimento annuo del 2.8%, invece, sarebbero diventati 11.470!
Si comprende, quindi, come sia importante impostare delle strategie di investimento che massimizzino non il rendimento
medio annuo, ma la probabilità che l’investimento sia positivo.
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