Il TFR ha una tassazione che segue regole specifiche. Questa cifra può raggiungere in certi casi valori anche consistenti, visto che si calcola utilizzando come riferimento una percentuale della retribuzione annua lorda (RAL) suddivisa per un coefficiente che considera la rivalutazione monetaria nel tempo secondo i parametri ISTAT.
Al momento della liquidazione si concretizza il cosiddetto sistema della tassazione separata. Questa non è considerata come parte del reddito annuale, ma considera gli ultimi 2 anni di lavoro prestati dal dipendente. La cifra finale potrebbe non essere definitiva. Infatti, l’INPS potrebbe procedere ad un ricalcolo utilizzando il dato storico del lavoratore degli ultimi 5 anni.
L’entità del TFR e della relativa tassazione dipendono anche dalla scelta del lavoratore di lasciare il TFR in azienda oppure destinarlo ad un fondo pensionistico. Se l’opzione non è espressamente dichiarata entro i primi 6 mesi dall’assunzione, automaticamente il lavoratore entrerà a far parte della seconda scelta. In ogni momento, comunque, potrebbe decidere di aderire a ciascun sistema. A prescindere dalla scelta, le regole di riferimento sono contenute nell’art.17 del TUIR. Così ecco quanto e come viene tassato il trattamento di fine rapporto.
Il calcolo da effettuare
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I due punti di riferimento sono l’importo complessivo e l’aliquota di riferimento. Per questo il datore di lavoro dovrà effettuare il calcolo della base imponibile, determinare l’aliquota media in base al reddito e calcolare infine l’imposta. In caso di TFR lasciato in azienda la tassazione separata avrà un’aliquota minima del 23%, ma potrebbe aumentare nel caso di redditi molto alti fino al 43%. Di contro però, accantonare il TFR dei propri dipendenti per l’azienda potrebbe costituire una forma di autofinanziamento, aspetto che potrebbe incentivare un aumento dello stipendio. Invece in caso di deposito per il sistema pensionistico la tassazione sarà del 15%. Una cifra di certo inferiore, e che si potrà ridurre gradualmente dopo il quindicesimo anno di assunzione. Il lavoratore che lo abbia scelto, inoltre, beneficerà dei rendimenti dei sistemi finanziari, visto che una piccola percentuale della propria quota verrà calcolata su questi.
Cosa succede in caso di TFR anticipato?
Il grande vantaggio del TFR è che la Legge prevede anche la possibilità di richiederne l’anticipo. Si tratta di un diritto del lavoratore da richiedere a partire dall’ottavo anno di lavoro ma limitatamente al 70% dell’importo complessivo. Il datore di lavoro si può sottrarre alla richiesta solo in poche situazioni. In questo caso però l’aliquota tassata potrebbe crescere di vari punti percentuali e dipenderà dalla ragione per la quale ne abbiamo chiesto l’erogazione.
In caso di necessità di acquisto della prima casa l’aliquota salirebbe addirittura al 23%, mentre per sostenere le spese mediche scenderà al 15%. Quest’ultima potrebbe risultare ulteriormente ridotta: infatti si prevede un Bonus 0,30% di tassazione per ogni anno di servizio successivo al quindicesimo fino ad arrivare ad un totale del 6% di riduzione. Inoltre le spese sostenute saranno ulteriormente deducibili secondo le relative norme. Insomma l’ordinamento considera con minore severità le spese dei lavoratori anziani.
Quanto e come viene tassato il trattamento di fine rapporto?
Ai diritti riservati però corrispondono anche doveri e parallelamente i 3 poteri che sono attribuiti per Legge ai datori di lavoro.
Inoltre non dimentichiamo che oltre all’anticipo del TFR possiamo in talune situazioni ricorrere anche alla richiesta dell’anticipo della NASPI se sussistono le condizioni di Legge.