Quanto dura l’esame PET, a cosa serve e come bisognerebbe prepararsi

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Il grande progresso della medicina in epoca moderna è un dato di fatto. Un ruolo determinante lo hanno avuto anche gli strumenti diagnostici che hanno avuto un’evoluzione importante. Oggi esistono un numero importante di possibili accertamenti, ognuno funzionale a diverse indagini che i medici intendono fare.

Quanto dura l’esame PET, a cosa serve e come bisognerebbe prepararsi

Può, dunque, capitare che si abbia l’indicazione di sottoporsi da un esame PET. L’acronimo indica i tre termini inglesi Positron Emission Tomography che rivela il fatto si parli di una tomografia a emissione di positroni.

Si tratta di una tecnologia avanzata che trova la sua principale applicazione in campo oncologico. Tuttavia, la si usa anche per questioni cardiologiche e neurologiche.

Consente, ad esempio, di individuare un tumore e valutarne l’estensione.

Si tratta di uno strumento essenziale, ad esempio, per individuare il punto in cui fare una biopsia. Lo si legge sul portale dell’Istituto Superiore di Sanità. Risulta, inoltre, utile per valutare l’andamento di una terapia in corso.

Come si fa l’esame PET

L’esame, come specifica l’ISS, avviene con la somministrazione endovenosa di un farmaco radioattivo per via endovenosa. Questo non genera alcun rischio per chi vive con la persona sottoposta all’esame.

Le uniche precauzioni vengono indicate dai sanitari e sono legate a bambini e donne in gravidanza. Le accortezze da utilizzare, spiega l’AIRC, sarebbero da osservare nelle quattro-cinque ore che seguono l’esame. In particolare, sarebbe meglio non entrare in contatto con le due categorie citate fino alla scomparsa della radioattività. Si consiglia, inoltre, non utilizzare lo stesso bagno dei familiari, poiché il farmaco necessario all’esame potrebbe essere espulso attraverso le urine.

Bisogna sottoporsi a PET avendo cura di tenere fuori tutti gli oggetti metallici che si indossano prima di essere sottoposti al tomografo, che comunque non ha emissione di radiazioni.

Ci sono delle controindicazioni per questo esame in casi come quello delle donne in gravidanza. Tuttavia, bisogna sempre rivolgersi al medico prima di fare un esame di questo tipo e sarà lui a valutare quando non sarà possibile farlo in base alla situazione del paziente.

Come prepararsi all’esame Pet

Il digiuno previsto è di 6 ore, mentre sarebbe consentito bere. Le bevande, però, non dovrebbero essere zuccherate. L’AIRC segnala, infatti, come sia necessario il digiuno da cibi con zucchero.

Risulta, inoltre, preferibile non praticare attività ad alta intensità fisica nelle ore che precedono l’esame. Bere tanto (acqua, ad esempio), invece, sarebbe consigliabile per avere una buona idratazione.

Tuttavia, quando si sa di dover fare l’esame PET il consiglio è sempre quello di farsi ripetere tutta la procedura di preparazione al momento della preparazione. E, ovviamente, di seguirla in maniera scrupolosa. Lo si deve fare un po’ per tutti gli esami, anche ad esempio nel seguire le indicazioni fornite prima di una gastroscopia.

Quanto dura?

La tempistica segnalata dall’AIRC per l’esame vero e proprio è di circa 20-30 minuti. Tuttavia, potrebbero passare due o tre dal momento in cui si somministra il farmaco alla fine di tutte le operazioni. Tra la somministrazione del farmaco e l’inizio dell’esame, in particolare, dovrebbero passare 45 minuti. Un range temporale in cui sarebbe necessario rilassare la muscolatura e mantenere la tranquillità.

Una volta chiarito quanto dura l’esame PET, a cosa serve e perché è importante, si capisce perché si tratta di un accertamento di fondamentale importanza.

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