Si chiamano LEA e sono i livelli essenziali di assistenza che potrebbero essere fortemente condizionati in futuro dai nuovi tariffari in ambito radiologico. Tante le preoccupazioni dell’Associazione Nazionale Diagnostica per Immagini dell’Area Radiologica. Ecco quanto costa fare una radiografia in Italia e cosa devono temere i pazienti in convenzione.
Quando una struttura sanitaria convenzionata eroga una prestazione al cittadino, una parte di questa è finanziata dallo Stato. La struttura poi ha l’accesso al credito tramite cui ottiene il rimborso. I nuovi tariffari potrebbero abbassare le somme di questi rimborsi rendendo antieconomica la prestazione convenzionata. Le strutture sarebbero costrette a operare solo come private penalizzando fortemente i cittadini italiani. In Italia sono 56 milioni le radiografie convenzionate che vengono fatte ogni anno e questo comparto garantisce il lavoro a 17 mila persone.
Il settore radiologico è uno di quelli che maggiormente risente dello sviluppo tecnologico. I macchinari che effettuano gli screening sono sempre più evoluti e questo permette di portare avanti le politiche di prevenzione che salvano la vita delle persone che si ammalano. I macchinari hanno una durata di 5 anni, quello per la Risonanza Magnetica costa 81 milioni di euro mentre la manutenzione costa 85 mila euro ogni anno. Il macchinario per la TAC costa 400 mila euro e la manutenzione costa 45 mila euro ogni anno. È molto difficile mantenere i bilanci in equilibrio quando si lavora in convenzione, eppure questo sistema non è sacrificabile, sono troppi gli italiani che ne hanno bisogno.
Prezzi nella penisola
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Ma quanto costa fare una radiografia in Italia? In media in Italia una radiografia costa dai 23 euro fino ai 150 euro. Il prezzo medio è di 76 euro. I prezzi medi più alti li troviamo al Centro con 62 euro, al Sud il prezzo medio è di 34 euro mentre al Nord è di 46 euro. Le TAC hanno un costo minimo di 35 euro e uno massimo di 1.030 euro quindi il costo medio è di 208 euro. Al Centro si paga 225 euro, al Sud 163 euro e al Nord 228 euro. Una Risonanza Magnetica va da un minimo di 39 euro a un massimo di 1.500 euro con un costo medio di 235 euro. Al centro si paga 236 euro, al Sud 185 euro e al Nord 281 euro.
Il problema principale è dato dai giorni di attesa. In media ci vogliono 21 giorni per fare l’esame dopo la prenotazione, si va dai 120 giorni di Latina ai zero giorni di Catanzaro e Alessandria. Ma a Catanzaro così come a Campobasso ci vogliono 10 giorni per ritirare il referto. A Nuoro, Parma, Alessandria e Ortona si ritira in giornata.
Quanto costa fare una radiografia in Italia, migliorare il settore pubblico
Una ricerca pubblicata dal Sole24Ore ci dice che mentre una radiografia fatta in privato costa all’italiano in media 44 euro, lo stesso esame fatto nel pubblico costa 300 euro. Perché questa discrepanza? Perché al costo diretto dell’esame fatto nel pubblico dobbiamo sommare i costi indiretti. Si tratta della stima economica riguardante il tempo perso per effettuare la radiografia. Questi costi nascosti sono stati evidenziati dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanza Attiva in collaborazione con con il Ministero delle Attività Produttive e le Università. I rimborsi bassi potrebbero essere una concausa.
Lo Stato rimborsa all’azienda che eroga le radiografie in convenzione 18 euro per una radiografia alla colonna cervicale. 15 euro è il rimborso per la radiografia toracica e 21 euro per la radiografia alla mammella. Un’azienda che in media effettua 14 mila esami radiologici all’anno ha costi mensili per 90 mila euro. Queste le conclusioni. Le radiografie sono strettamente legate alla prevenzione e tali prestazioni sono fondamentali per garantire la salute dei cittadini. Le aziende che operano in convenzione sono fondamentali per gli italiani ma rischiano di non poter più erogare i servizi se le tariffe di accredito dovessero scendere ancora. Gli italiani difficilmente abbandoneranno le visite convenzionate che fanno parte del loro modo di intendere la sanità. È necessario abbreviare i tempi della burocrazia, rendere il settore pubblico più efficiente e mantenere i livelli di accredito oltre le soglie della sopravvivenza.