Quanto costa fare ricorso al TAR?

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Chi intende fare ricorso al TAR ha necessità di contestare qualcosa ma deve pur valutare quanto costa il provvedimento. Ciò perché occorre valutare per tempo se conviene impugnare l’atto o se le spese da sostenere talmente elevate da scoraggiare anche i più tenaci. In un altro articolo ci siamo occupati di verificare “Quanto costa il ricorso all’arbitro finanziario per i buoni postali?”.

Adesso daremo informazioni al nostro lettore che vuole impugnare un atto quanto costa fare ricorso al TAR. Anzitutto raccomandiamo di rispettare i termini entro cui è possibile avviare il procedimento. Chi intenda impugnare un atto relativo ad appalti pubblici è tenuto a presentare il ricorso entro 30 giorni. In caso di atto amministrativo invece il ricorrente ha tempi più lunghi e può avviare il procedimento non oltre 60 giorni dalla data in cui è avvenuta la notifica dell’atto.

Quanto costa fare ricorso al TAR?

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Chi ritiene di aver subito un torto o un danno può avvalersi della consulenza di un legale per presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Il cittadino che vuole ottenere il risarcimento di un danno deve preventivare costi assai sostenuti. Il ricorso al Tar non ha un costo fisso, ma la spesa che il ricorrente deve sostenere oscilla tra i 3500 e i 4000 euro. Tale cifra potrebbe anche salire in riferimento all’onorario da corrispondere all’avvocato cui il cittadino si è rivolto per presentare ricorso.

Buone notizie invece per il cittadino che appartiene ad una fascia reddituale bassa perché sono previste agevolazioni. Al cittadino che difatti dichiara di percepire redditi che non superano gli 11.528,41 euro è concessa la possibilità di un patrocinio gratuito. A disciplinare il patrocinio gratuito interviene il D.P.R. n. 115/2002 che contiene disposizioni legislative e regolamentari inerenti alle spese di giustizia.

Nello specifico, l’articolo 74 così recita “è assicurato il patrocinio nel processo civile, amministrativo, contabile, tributario e negli affari di volontaria giurisdizione, perla difesa del cittadino non abbiente quando le sue ragioni risultino non  manifestamente infondate”.

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