Stiamo per entrare nella settimana più calda dell’anno. Non tanto dal punto di vista atmosferico, quanto perché saranno i giorni in cui moltissimi italiani si muoveranno per raggiungere le località di villeggiatura. Prenotazioni effettuate, valigie pronte, ancora qualche ora di lavoro, poi, finalmente, sarà relax. Eppure, ci sono, anche in questo ambito, i ritardatari, quelli che non si sono ancora organizzati o che, semplicemente, aspettano il last minute giusto. Tanto con Booking e Airbnb una soluzione si trova. Vediamo come.
Piccola storia delle due piattaforme più utilizzate dall’utenza del web per scegliere il posto in cui fare una vacanza. Partiamo dalla più anziana, ovvero l’azienda olandese Booking.com, nata ad Amsterdam nel 1996. Una piccola start up che, in pochi anni, ha iniziato a macinare fatturati, espandendosi in ogni parte del Mondo. Oggi è una delle piattaforme di ecommerce più grandi e famose del Pianeta, disponibile in ben 43 lingue. Con una capacità di offerta, nel settore viaggi, di 28 milioni di unità abitative, dal resort di lusso al piccolo appartamento privato.
Airbnb, invece, arriva quando Booking è quasi adolescente. Infatti, nasce undici anni dopo, nel 2007, negli Stati Uniti, grazie a un’intuizione di due neolaureati di San Francisco. In occasione di un importante evento cittadino decidono di mettere a disposizione una porzione del loro alloggio per guadagnare qualche soldo. Nasce Airbed and Breakfast, letteralmente “materasso ad aria e colazione”. L’idea riscuote successo e viene sviluppata per altri eventi, ma prima di partire su larga scala bisognerà aspettare qualche anno, con tanto di revisioni, correzioni e perfezionamenti. Fino a raggiungere i numeri di oggi, con un fatturato da quasi un miliardo di dollari, 191 Paesi nel Mondo sulla piattaforma e più di 65.000 città che offrono almeno un alloggio.
Quanto costa affittare su Booking e quanto su Airbnb?
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Fatto questo doveroso preambolo, entriamo ora nel cuore della questione. Perché un utente dovrebbe privilegiare la prima a scapito della seconda o viceversa? Booking è attualmente la capoclassifica a livello di fatturato, mentre Airbnb è terza, preceduta anche dal colosso Expedia, specialista anche nell’organizzazione del viaggio stesso (voli, noleggi auto, ecc.).
Per quel che riguarda gli affitti brevi, gli olandesi dominano sugli americani, anche se il divario sembra si stia lentamente riducendo negli ultimi anni. Tuttavia, c’è un dato su tutti che fa la differenza. Booking ha una clientela prevalentemente legata alla concezione di hotel o, comunque, bed & breakfast, quindi che ricerca maggiormente l’all inclusive. Airbnb, invece, si rivolge principalmente a coloro che sono più vicini al concetto di casa vacanze e libertà.
Come funziona il meccanismo delle commissioni
Quindi, partendo da questo concetto, andiamo ad analizzare il discorso relativo alle commissioni. Booking le mette tutte a carico di chi ospita, tra il 15% e il 18% del costo complessivo del soggiorno, mentre Airbnb le suddivide tra ospite e ospitante. Inoltre, la piattaforma americana eroga il compenso a chi affitta in maniera più veloce, praticamente quando l’ospite prende possesso dell’unità abitativa. Mentre, invece, Booking paga, di norma, una decina di giorni dopo il check out.
Quanto costa affittare su Booking e quanto su Airbnb, dunque? Se si vuole mettere a disposizione una casa o una sua porzione, Airbnb è sicuramente la più conveniente. Mentre se si vuole fornire una formula bed & breakfast, Booking offre indubbiamente una possibilità maggiore di raggiungere una fetta di clientela più importante. Se, invece, si vuole scegliere una sistemazione per le vacanze, brevi o lunghe che siano, molto dipende dalle abitudini, come dicevamo in precedenza. Airbnb è forse leggermente più economica, ma offre meno comodità. Booking ha a disposizione un ventaglio di strutture maggiori, con una superiore varietà di costi. A voi la scelta!