Quanto aumenta la pensione per ogni anno di contributi? Quanto più sono gli anni di contributi più alto sarà l’importo della pensione, ma quanto aumenta per ogni anno in più di lavoro? E soprattuto conviene continuare a lavorare per ottenere un assegno pensionistico più corposo o tutto sommato è preferibile abbandonare la carriera lavorativa? Occorre valutare da un lato i vantaggi economici che derivano da una più lunga storia contributiva. Dall’altro i costi che si sostengono per continuare l’attività lavorativa, primo fra tutti quello relativo alle spese di viaggio necessarie per raggiungere la sede.
In un altro articolo abbiamo fornito ai nostri lettori delle informazioni utili per valutare se “Conviene smettere di lavorare e pagare i contributi volontari per la pensione”. Ciò perché in alcuni casi e per specifiche categorie di lavoratori potrebbe rivelarsi davvero vantaggioso accedere in anticipo al trattamento previdenziale. Adesso concediamoci due minuti di tempo per capire quanto aumenta la pensione per ogni anno di contributi in più che si riesce a versare.
Quanto aumenta la pensione per ogni anni di contributi?
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Perché veder aumentare l’importo dell’assegno pensionistico occorre considerare diverse variabili. Prima fra tutte il sistema di calcolo cui si ricorre per determinare l’ammontare del rateo mensile. In linea di massima, si prende in considerazione uno degli ultimi stipendi che il lavoratore ha percepito e si si riconosce una percentuale pari al 2%. Ciò vale per un tetto massimo di 40 anni di contributi. Così come si effettua il calcolo del 2% sugli stipendi più alti che il lavoratore ha ricevuto nel corso della sua storia lavorativa.
L’applicazione di questa aliquota di rendimento riguarda unicamente il sistema di calcolo retributivo. E peraltro il riconoscimento del 2% sulle retribuzioni mensili più alte avviene solo per chi ha percepito redditi il cui ammontare è inferiore ai 46.630 euro. Col superamento di quest’ultima soglia cala l’aliquota di rendimento per evitare di recare vantaggi e benefici solo ai percettori di stipendi elevati.
Ancora più penalizzato in termini economici sarà il lavoratore il cui assegno pensionistico verrà calcolato col sistema contributivo. Ciò perché per determinare l’importo della pensione si tiene conto soltanto degli anni di contribuzione e non dell’ammontare degli stipendi più alti. Rispetto alle ultime retribuzioni che ha ricevuto, il lavoratore potrebbe difatti ritrovarsi con una pensione decurtata fino al 31%.