Quando due coniugi oppure il genitore con il proprio figlio hanno un conto corrente cointestato, come funziona per il prelievo? Quanti soldi si possono prelevare dal conto corrente cointestato? I Tecnici di Redazione di ProiezionidiBorsa spiegano quali regole prevede questa particolare formula di conto bancario.
Quali regole valgono per i conti correnti cointestati
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La cointestazione del conto corrente è una prassi che spesso accompagna le scelte di molti risparmiatori. Sebbene in molti casi, si prediliga la titolarità condivisa tra due persone, queste soluzioni finanziare offrono talvolta l’opportunità di individuare anche più di due titolari. Ebbene, una volta che si definiscono tali condizioni, quanti soldi si possono prelevare dal conto corrente cointestato? Questo è un interrogativo che i correntisti si pongono spesso circa la distribuzione del denaro depositato su un unico conto.
Una prima distinzione che è utile porre circa tale soluzione riguarda le responsabilità. Infatti, nel rapporto tra la titolarità è equidistribuita. Ciò significa che i soldi che si versano sul conto, si presumono divisi in parti uguali. Per quanto concerne i rapporti con la banca, invece, il regime che si segue è quello di solidarietà secondo l’art. 1854 del codice civile. In sostanza, la banca ha il dovere di consentire a chiunque dei titolari lo richieda, il prelievo della intera somma. Naturalmente, affinché ciò sia possibile, vi deve essere sin da principio un contratto sottoscritto dai contitolari che permetta la firma disgiunta ad esempio. Tale condizione, infatti, ammette che ciascun titolare possa compiere delle operazioni sul conto senza l’autorizzazione dell’altro e o degli altri.
Quanto denaro è possibile ritirare
Fatte queste doverose distinzioni, quanti soldi si possono prelevare dal conto corrente cointestato dunque? Nella generalità dei casi, il denaro presente sul conto si considera distribuito in parti uguali. Pertanto, se vi sono due titolari, allora la divisione sarà al 50%. Se, invece, vi sono 3 titolari, allora si procede a distribuire l’ammontare assegnando a ciascuno il 33%. Tale regola vale anche nei casi di successione di morte. Ecco perché si può prelevare dal conto cointestato col defunto una determinata somma come si può leggere qui.
Da questi dati si intuisce che dal conto cointestato si possono prelevare soldi pari alla porzione di quota che si assegna a ciascun titolare. Attenzione però alle eccezioni alla regola. Se uno o più cointestari dimostrano che i depositi sul conto cointestato sono unicamente frutto del proprio lavoro, allora la situazione cambia. Pensiamo ai conti cointestati tra coniugi di cui cui uno solo lavoratore, oppure al conto tra genitore e figlio alimentato dalla sola pensione dell’uno. In tali circostanze non può ritenersi valida la regola della equa distribuzione dei depositi.