Gli Esperti di Redazione ci spiegano quanti soldi perde il risparmiatore che decide di lasciare 10.000 euro sul conto corrente in banca.Potrà sembrare paradossale, ma purtroppo il correntista che deposita liquidità sul conto deve fare i conti con l’erosione del capitale. Ciò perché molti fattori contribuiscono a far diminuire le somme di denaro che il titolare del conto corrente riesca ad accumulare col passare degli anni. Il risparmiatore che accantona alcune migliaia di euro senza investirle e farle fruttare in qualche modo deve preventivare delle perdite sul patrimonio iniziale.
Spesso il timore di investimenti sbagliati induce il correntista a trascurare proposte e suggerimenti di tecnici per aumentare la rendita del capitale in deposito. Anche la paura di perdere soldi comporta tuttavia dei costi talvolta molto alti. Chi non nutre fiducia negli istituti bancari o postali interpreta qualunque offerta di investimento come una minaccia o peggio ancora come una trappola.
Nell’articolo “I soldi non più tuoi se lasciati sul conto corrente in Banca o Posta” la Redazione chiarisce alcuni dubbi sulla proprietà del denaro. E soprattutto invita il Lettore a prendere consapevolezza di quanti soldi perde il risparmiatore che decide di lasciare 10.000 euro sul conto corrente in banca. Ciò perché bisogna tutelare la serenità del correntista da sorprese sgradevoli e dargli per tempo gli strumenti per evitare di perdere soldi.
Quanti soldi perde il risparmiatore che decide di lasciare 10.000 euro sul conto corrente in banca?
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Sono sostanzialmente 3 le variabili che determinano la diminuzione del capitale iniziale che il risparmiatore deposita sul conto corrente. La prima di esse coincide con le spese di canone e gestione che ogni risparmiatore deve sostenere nel momento in cui diventa titolare di un conto. A ciò si aggiunga il peso delle tasse e dell’inflazione il cui aumento incide in misura negativa sul potere di acquisto. Per cui con la somma di denaro che mettiamo da parte non potremo acquistare gli stessi beni a distanza di 5 o 10 anni.
Poniamo il caso di un risparmiatore che accantona sul conto corrente una somma di denaro pari a 10.000 euro e consideriamo le tre variabili relative ci cui sopra. Ovvero il pagamento delle tasse di gestione, delle commissioni bancarie e l’erosione della capacità d’acquisto per via dell’incremento dell’inflazione. Il capitale che giace sul conto corrente subisce una perdita pari al 20%. Di conseguenza, il valore di 10.000 euro cala nel corso degli anni e dopo appena 5 anni la somma di denaro vale soltanto 8.181 euro.