Il mondo del mattone catalizza da sempre l’interesse del piccolo risparmiatore. Il sogno è quello di generare una rendita costante nel tempo grazie agli affitti. Inoltre si confida anche in una ricca rivalutazione finale dell’immobile, che tuttavia dipende da più elementi. Ossia le dinamiche demografiche, quelle economiche, lo stato d’immobile, l’ubicazione e la sua metratura. Quanti metri quadri servono per una casa uso investimento?
La domanda di mercato, infatti, cambia sia nel tempo che a seconda della tipologia di appartamento. Anzi al riguardo ci chiediamo: quanti metri quadri servono per una casa uso investimento per guadagnare tanto con il minimo investimento?
Come ottimizzare l’investimento immobiliare?
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Il buon successo dell’investimento immobiliare dipende da molteplici fattori.
In primis andrebbe minimizzato il costo iniziale, che incide notevolmente sul ritorno finale (ponderare sempre tra più alternative disponibili). La spesa iniziale dipende soprattutto dal luogo dov’è sito l’immobile (Nord, Centro Sud, città-provincia, centro-periferia), il suo stato, i mq.
Parimenti importante è la tipologia dell’immobile. Se l’investimento avviene in un sobborgo residenziale sarebbe meglio partire da (almeno) un trilocale o più. L’area potrebbe risultare molto gradita dalle famiglie con figli, per esempio. Di contro un monolocale andrebbe meglio in città, dove sono tante le categorie di clienti che cercano soluzioni “smart”, cioè facili da gestire.
Pertanto prima di comprare una casa ad uso investimento sarebbe bene capire cosa chiede maggiormente il mercato degli affitti in quella data area. La gente cerca case di grandi, medie o piccole dimensioni?
Quanti metri quadri servono per una casa uso investimento per guadagnare tanto con il minimo investimento?
Ora, al netto dei distinguo non c’è dubbio che le case medio-piccole sono quelle più ricercate sul mercato. Tradotto, bilocali e trilocali fanno da soli quasi i due terzi del mercato degli affitti, specie nei capoluoghi di Provincia o nei centri urbani.
Nelle città le grandi case condivise sono ricercate principalmente dagli universitari e, in via residuale, dai trasfertisti. In entrambi i casi le motivazioni sono legate alla necessità di contenere le spese del viver fuori.
Tuttavia, gran parte di chi ha uno stipendio o comunque non è più giovanissimo cerca l’autonomia. Quindi chi vive solo propende maggiormente per il mono-bilocale, mentre le coppie (o con al più 1 figlio) optano per il bi-trilocale.
Il vantaggio del medio-piccolo appartamento per generare una rendita
L’appartamento uso investimento di modeste dimensioni presenta altri vantaggi oltre a quello, in assoluto il migliore, legato alla domanda di mercato.
Uno riguarda i tempi di messa a reddito: un conto è trovare una famiglia per affittare 100 e passa mq, un conto è affittare 50-60 mq. Nel primo caso la casa dovrà piacere a più persone (tante quante sono i componenti del nucleo), nel secondo solo a chi l’affitta. Pertanto il rischio di avere l’immobile sfitto per uno o più mesi in genere cresce all’aumentare dei mq da affittare.
Un altro vantaggio chiama in causa le spese. Al netto di quelle per l’acquisto (non sempre la piccola soluzione risulterà – in termini di prezzo/mq – più economica della casa grande) poi quelle di miglioria o condominiali incideranno di meno.
Infine c’è il discorso legato ai guadagni (come nel caso dei rendimenti di un garage). Come nel caso dell’acquisto, anche l’affitto risulta mediamente più redditizio (in
Lettura consigliata
termini di rapporto prezzo/mq) rispetto alla casa di grandi superfici. Questo ha in parte a che fare con il prezzo di riserva di chi cerca casa. Costoro, infatti, spesso decideranno in base al budget disponibile anziché ottimizzare, per esempio, il rapporto canone/mq.