Si sente sempre parlare dell’età pensionabile come vincolo di accesso alla pensione. Ma in moltissime misure previdenziali oltre all’età anagrafica un requisito vincolante è rappresentato dai contributi. Ne è dimostrazione il fatto che senza un certo numero di versamenti annui la pensione previdenziale proprio non spetta. Ma ecco quanti anni di contributi servono per poter vantare un diritto alla quiescenza a partire dal prossimo anno.
L’età pensionabile e i contributi, i due requisiti cardine
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Molto spesso quando si vuole andare in pensione si pensa solo e soltanto all’età. Ma la cosa a cui non si pensa è che esistono delle misure che permettono la quiescenza solo con il requisito contributivo. Mentre non ne esistono che la permettono rispettando solo il requisito anagrafico.
Mentre si può andare in pensione solo raggiungendo un tot numero di anni di versamento, non si può andare in pensione solo compiendo una certa età. Le pensioni che pongono il paletto dell’età, infatti, richiedono anche sempre un certo numero di contributi versati.
Quanti contributi minimi servono?
Per poter parlare di pensionamento serve aver versato almeno 20 anni di contributi. Senza questo numero risulta molto difficile avere diritto ad un trattamento previdenziale. Solo per chi ha iniziato a versare i propri contributi a partire dal 1996 potrebbero bastarne solo 5 di anni. Ma in questo caso la quiescenza si raggiunge solo al compimento dei 71 anni, con la pensione di vecchiaia contributiva.
In tutti gli altri casi sono necessari almeno 20 anni di contributi. Li richiede, ad esempio, la pensione di vecchiaia a 67 anni, la pensione anticipata contributiva a 64 anni e la RITA a 57 o 62 anni. Ma anche la pensione di vecchiaia anticipata per gli invalidi all’80% a 56 o 61 anni.
Quanti anni di contributi servono per andare in pensione nel 2023
Per l’APE sociale, insieme ai 63 anni di età, servono 30, 32 (solo per gli edili) o 36 (solo per i gravosi) anni di contributi. Per l’Opzione donna, invece, serve maturare almeno 35 anni di contributi. E nel conteggio non vanno considerati quelli figurativi da disoccupazione indennizzata e malattia.
Per la Quota 100 (a 62 anni) e la Quota 102 (a 64 anni) occorre aver versato almeno 38 anni di contributi. Per la Quota 41, invece, servono almeno 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Ma occorre averne versati almeno 12 mesi prima di compiere i 19 anni.
Infine, per la pensione anticipata ordinaria servono almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. E si può accedere indipendentemente dall’età che si è compiuta.
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