Annualmente le famiglie e le imprese, al netto dei casi di esonero, sono obbligate in Italia a dichiarare i redditi al Fisco. Per esempio, i pensionati ed i lavoratori dipendenti, entro le scadenze previste, devono inviare il modello di dichiarazione dei redditi 730.
Così come i contribuenti, come i lavoratori autonomi ed i liberi professionisti sono chiamati ad inviare all’Agenzia delle Entrate, con la modalità telematica, il modello di dichiarazione Redditi Persone Fisiche. Pur tuttavia, con l’obbligo della trasmissione della dichiarazione dei redditi spesso non si esaurisce il rapporto con il Fisco, dato che l’Agenzia delle Entrate controlla le dichiarazioni presentate e, dopo un po’ di tempo, può inoltrare al contribuente, per esempio, delle comunicazioni di irregolarità.
Vediamo allora di approfondire questo importante aspetto. Visto che può capitare che, dopo i controlli, l’Agenzia delle Entrate può pure avviare a carico dei contribuenti un accertamento fiscale. Anche qualche anno dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Quanti anni controlla l’Agenzia delle Entrate per accertamenti e controlli
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Nel dettaglio, sulle dichiarazioni dei redditi presentate il Fisco può avviare accertamenti e controlli fiscali fino a cinque anni dalla data di presentazione. Ma in realtà si arriva fino a quasi sei anni. Considerando che annualmente i redditi presentati dai contribuenti si riferiscono all’anno precedente. Il cosiddetto anno di imposta sul quale andare a pagare le tasse sui redditi dichiarati.
Ecco quindi quanti anni controlla l’Agenzia delle Entrate. Ma in realtà per le dichiarazioni dei redditi omesse, ai sensi di Legge, il Fisco ha ben sette anni di tempo per ricostruire la posizione reddituale del contribuente proprio a seguito dei controlli e degli accertamenti fiscali. Con il rischio, sulle dichiarazioni dei redditi omesse, non solo di pesanti sanzioni amministrative, ma anche sanzioni penali. In ragione della gravità delle violazioni rilevate dall’Agenzia delle Entrate.
Come il Fisco stana gli evasori. Quelli che non pagano le tasse
Il Fisco, andando indietro negli anni, per quel che riguarda le dichiarazioni dei redditi presentate, può stanare gli evasori. Precisamente, facendo leva sulle proprie banche dati e sull’incrocio di informazioni finalizzate a verificare che, per esempio, il reddito di dichiarato sia o meno in linea con la capacità di spesa. E con la capacità di risparmio del contribuente.
Per esempio, un contribuente che dichiara annualmente meno di 10.000 euro l’anno, ma è proprietario di una macchina di lusso, è molto probabile che, dopo i controlli, poi subisca da parte dell’Agenzia delle Entrate una procedura di accertamento fiscale.
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