Chi è alla ricerca del posto fisso sogna di trovare un’azienda che accetti la stipula di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Pur tuttavia, molto spesso le assunzioni di lavoratori, almeno inizialmente, non avvengono in questo modo. Avvengono, infatti, attraverso la stipula, con il consenso del lavoratore, di un contratto di lavoro che è a tempo determinato. Ragion per cui il rapporto di lavoro, nella fattispecie, ha sempre una scadenza.
Ma cosa accade quando questa tipologia di contratto di lavoro scade? E possibile il rinnovo? E se sì, per quante volte è possibile? Cerchiamo allora di fare chiarezza al riguardo anche considerando il fatto che, a causa della pandemia di Covid, attualmente ci sono in essere pure delle importanti deroghe.
Quante volte si può rinnovare un contratto di lavoro a tempo determinato e quali sono tutte le deroghe in essere
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Nel dettaglio, per rinnovare un contratto di lavoro a tempo determinato, con il consenso del lavoratore, c’è una condizione a monte da rispettare. Ovverosia, che la durata iniziale del contratto stipulato sia inferiore a 24 mesi.
Rispettata questa condizione, alla domanda “quante volte si può rinnovare un contratto di lavoro a tempo determinato” la risposta è pari a quattro. Sempre nell’arco di 24 mesi. Inoltre, se si arriva alla quinta proroga il contratto a tempo determinato, ai sensi di Legge e della normativa vigente, si trasformerà in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Inoltre, tra la stipula di un contratto a termine e l’altro ci sono delle pause temporali da rispettare. Se non vengono rispettate, anche in questo caso il contratto a termine si trasformerà in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Quali sono le deroghe in essere per i contratti a tempo determinato
Detto questo, attenzione alle deroghe in essere proprio per i contratti di lavoro che sono a tempo determinato. Si tratta di deroghe che, nello specifico, sono state introdotte con la pandemia di Covid come sopra accennato.
In particolare, normalmente un contratto di lavoro che è a tempo determinato non può avere una durata superiore ai 12 mesi. Ma con il Decreto Sostegni Bis, e fino al 30 settembre del 2022, sono ammessi pure i contratti di lavoro a tempo determinato di durata superiore ai 12 mesi ma non eccedente la durata di 24 mesi. Questo, tra l’altro, pure tenendo conto di specifiche esigenze che sono previste dai contratti di lavoro collettivi.
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