Mentre il Governo italiano sta per mettere a punto i primissimi provvedimenti contro il caro bollette, tra pochi giorni per molti contribuenti ci sarà l’appuntamento con il versamento delle imposte.
In particolare, a partire dal giorno 16, e fino al 30 novembre del 2022, il calendario sarà davvero molto fitto. Per quel che riguarda proprio le scadenze. E gli adempimenti fiscali. Al punto che secondo la CGIA di Mestre ci sarà un vero e proprio ingorgo fiscale. In ragione di complessivi 69 miliardi di euro da versare all’Erario.
Quante tasse pagheremo a novembre tra IRPEF, IVA, IRES e ritenute sul lavoro
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Nel dettaglio, l’ingorgo fiscale di novembre 2022 andrà sostanzialmente e potenzialmente ad interessare tutte le categorie di contribuenti. Dalle famiglie alle imprese. Passando per le piccole partite IVA e per i liberi professionisti.
In particolare, su quante tasse pagheremo a novembre c’è infatti da dire che l’Erario incasserà 1,2 miliardi di euro dalle ritenute d’acconto sui compensi dei professionisti, e ben 7,3 miliardi di euro di acconti IRPEF versati dalle imprese per i propri lavoratori dipendenti.
In più, l’Erario si aspetta incassi a novembre per ben 10,9 miliardi di euro dall’IRAP, 16,2 miliardi di euro dall’IRES, 19 miliardi di euro di IVA e 12,5 miliardi di euro che sono rappresentati dalla ritenute da versare per i lavoratori dipendenti e per i collaboratori.
Cosa succede se non si versano le imposte entro i termini fissati dal Fisco
Come tutte le scadenze fiscali, anche quelle relative al corrente mese di novembre del 2022 sono perentorie. Al fine di non incorrere poi nelle sanzioni amministrative. Oltre i termini, infatti, il contribuente può sempre mettersi in regola, ma nel farlo sarà chiamato a versare, tra sanzioni ed interessi, le maggiorazioni.
Nella fattispecie, avvalendosi del ravvedimento operoso. Se, nel frattempo, non è ancora arrivata la cartella esattoriale. Se invece sono arrivate le cartelle, allora il contribuente, nel rispetto delle condizioni previste, può chiedere al Fisco l’attivazione di un piano di pagamento a rate. E quindi di rientro dal debito con i versamenti a cadenza mensile.
Quando c’è un ingorgo fiscale, infatti, in Italia la tenuta finanziaria delle famiglie e delle imprese è spesso a rischio. Specie in questi ultimi anni prima con la pandemia di Covid, e poi con l’invasione delle truppe russe in Ucraina. Al rispetto delle scadenze fiscali, per esempio, si aggiunge in questo momento per molti piccoli imprenditori e commercianti il problema del caro energia che erode i profitti. E che per porta poi a non avere sufficiente liquidità per onorare nei termini previsti gli impegni con il Fisco.