In Italia ci sono molte aree e molte oasi che sono protette. Ovverosia, territori che godono di tutele e di vincoli che, tra l’altro, possono essere paesaggistici e naturalistici. Vincoli che nella stragrande maggioranza dei casi tutelano pure la flora e la fauna che è presente in queste aree protette.
Basti pensare che, con la lista che è consultabile collegandosi al portale del MiTE, attualmente nel nostro Paese sono soggetti a protezione per 24 parchi nazionali e 34 aree marine. Complessivamente le aree protette sono 871.
Tutte le aree protette coprono 658 chilometri di costa, circa 2.850mila ettari a mare ed oltre 3 milioni di ettari di territorio tutelato. Vediamo allora di indicare e di elencare alcune delle aree e delle oasi protette più note e anche come queste possono essere classificate.
Quante sono le aree e le oasi protette in Italia e come possono essere classificate in base alle loro caratteristiche
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Nel dettaglio, il parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) è tra i più importanti e anche tra i più antichi in Italia. Per estensione interessa ben tre regioni italiane, ovverosia l’Abruzzo per quel che riguarda la provincia dell’Aquila, il Lazio e il Molise per quel che riguarda, rispettivamente, i territori di Frosinone e di Isernia.
Le oasi protette più note sono gestite dal WWF. Questo perché, per la classificazione in base alle loro caratteristiche, le zone protette possono essere direttamente gestite dallo Stato ma anche da altri soggetti su concessione o comunque con atti o con provvedimenti formali pubblici.
Cosa sapere sulle zone soggette a protezione in Italia da parte del WWF
Quante sono le aree e le oasi protette, dunque? Oltre 100 in Italia sono le oasi gestite dal WWF non solo come aree da conservare ma anche come luoghi di aggregazione. Annualmente nelle oasi del WWF, che coprono oltre 35.000 ettari di territorio, si registrano infatti oltre mezzo milione di visitatori.
Nelle oasi, grazie anche all’aiuto e al supporto dei volontari, il WWF promuove non solo le vacanze in natura ma anche l’educazione ambientale, la ricerca scientifica e, tra l’altro, anche il recupero ambientale. La prima oasi gestita dal WWF risale al 1967 con l’acquisizione dei diritti di caccia del Lago di Burano a protezione degli uccelli. In quell’anno, tra l’altro, il WWF Italia era stato costituito solo da pochi mesi. Si trattò, quindi, della prima azione concreta nel nostro Paese per l’associazione ambientalista.
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