Quante settimane di contributi INPS servono per la pensione anticipata?

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Insieme ai consulenti di ProiezionidiBorsa valuteremo quante settimane di contributi INPS servono per la pensione anticipata. Lasciare il lavoro e godersi anni di riposo resta l’ambizione di molti contribuenti italiani. Per realizzare il desiderio di chiudere definitivamente con il proprio impiego bisogna tuttavia possedere alcuni fondamentali requisiti. Anzitutto è necessario raggiungere l’età pensionabile che dà accesso all’anticipo previdenziale. E in secondo luogo il lavoratore deve accantonare un montante di contribuzione sufficiente per ottenere il riconoscimento al rateo mensile.

In un precedente articolo abbiamo risposto alle domande delle nostre Lettrici che desiderano un’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Rimandiamo a tal fine a “Quanti anni di contributi INPS servono alle donne per andare in pensione prima?”. Per poter fruire dell’opportunità del prepensionamento bisogna tener conto anche del requisito anagrafico che subisce cambiamenti in base all’aspettativa di vita. Tuttavia almeno fino al 2026 non vi saranno ulteriori adeguamenti della speranza di vita secondo quanto ha stabilito le recenti disposizioni del Decreto legge 4/2019. Pertanto l’età pensionabile resterà identica, ma occorre sapere quante settimane di contributi INPS servono per la pensione anticipata.

Quante settimane di contributi INPS servono per la pensione anticipata?

Fino al 31 dicembre 2026 i lavoratori che inoltrano richiesta di pensionamento all’INPS riceveranno l’importo spettante a 3 mesi di distanza dall’invio della domanda. Il requisito contributivo necessario per ottenere il riconoscimento dell’anticipo pensionistico presuppone il possesso di almeno 2227 settimane di contribuzione. Il che equivale a dire che il lavoratore deve versare la copertura assicurativa presso la cassa previdenziale per 42 anni e 10 mesi.

Ciò vale unicamente per i lavoratori uomini che maturano i requisiti anagrafici e contributivi di cui sopra. Diversa la situazione dei lavoratori cui il pagamento della contribuzione inizia a partire dal 1° gennaio 1996. Ad essi comunque l’INPS riconosce la possibilità di un anticipo pensionistico all’età di 64 anni purché abbiano un montante contributivo di almeno 20 anni. Altra condizione da rispettare impone che l’ammontare del rateo previdenziale non sia inferiore a 2,8 volte quello dell’assegno sociale.

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