Moltissimi sono i pensionati italiani titolari di assegni previdenziali integrati al trattamento minimo. Per esempio quando una donna va in pensione senza contributi o con pochi contributi, la pensione viene integrata dall’INPS per renderla più dignitosa. Molti infatti non sanno che pensione spetta con 15 anni di contributi versati, o con 20 e così via. Il calcolo della pensione non è certo favorevole rispetto allo stipendio percepito sul finire della carriera. Basta la risposta alla domanda su che importo di pensione spetta a chi ha oltre 40 anni di contributi per capire il funzionamento del sistema. Infatti con 40 o più anni di contributi la pensione non arriva il più delle volte al 75% dell’ultimo stipendio. Peggio ancora per chi ha poca carriera e si chiede che pensione si può prendere a 67 anni di età anche con pochi contributi.
Quant’è la pensione minima INPS 2022 e come prendere 524 euro al mese
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Le pensioni in Italia sono calcolate in base alla data in cui sono stati versati i contributi. E i sistemi adottati sono 3, cioè il retributivo, il misto e il contributivo. Lo Stato italiano, per il tramite dell’INPS fissa ogni anno la pensione minima che può essere erogata ad un pensionato per poter considerare l’assegno come dignitoso. E sempre lo Stato impone l’integrazione della pensione per chi non raggiunge, in base alla sua carriera, l’importo minimo della pensione previsto. Si chiama integrazione al trattamento minimo.
Come funziona l’integrazione al trattamento minimo delle pensioni
Sia l’importo soglia della pensione, cioè l’importo della pensione minima che l’integrazione al trattamento minimo si aggiornano anno dopo anno. A gennaio 2023 quindi, l’INPS provvederà a rendere edotti i pensionati dei nuovi importi soglia. Per l’anno in corso, cioè per il 2022, il trattamento minimo INPS è pari ad un importo di 524,34 euro al mese. Se una pensione non riesce da sola e in base ai contributi versati, ad arrivare a quella soglia, è integrata dall’INPS. Ecco quindi quant’è la pensione minima INPS 2022.
I requisiti per l’integrazione
Per godere dell’integrazione c’è da rispettare anche il requisito reddituale, singolo del pensionato ma anche cumulato con quello del coniuge se presente. Il reddito personale del diretto interessato per l’anno 2022 non deve superare la soglia di 616,42 euro. Se tale reddito è superiore a questo limite e fino a 13.632,84, si ha diritto all’integrazione parziale. Fermo restando il reddito personale non superiore a 6.816,42 euro, per i coniugati la soglia da non superare per godere dell’integrazione è pari a 20.449,26. E se non supera 27.265,68 euro si ha diritto all’integrazione parziale.
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